Oltre il limite che succede?

A volte mi chiedo: se fossi nato in un altro posto, in un’altra epoca, avrei lo stesso sentito il bisogno di cimentarmi in attività cosiddette “ad alto rischio” con obiettivi inutili e fini a se stessi?

Una volta ho letto un tizio che diceva che gli alpinisti si arrampicano lassù perché profondamente frustrati dalla società.

Lì per lì mi sembrava riduttivo e anche un po’ irrispettoso. C’ho pensato a lungo e ci sto ancora pensando.

Cosa succede, ad esempio, nel cuore e nella mente di un uomo, solo, aggrappato nel bel mezzo di una parete di roccia?

Tante, tantissime cose. Alcune accessibili, altre nascoste nel buio dell’inconscio. Ma tutte scaturiscono da un’unica dimensione: l’esposizione.

L’esposizione è quel fattore che ti spoglia del superfluo e mette in luce le tue capacità di fare “senza”.

Il “senza” è la dimensione perduta di oggi. Tutto intorno a me, tutto a portata di click, tutto comodamente da casa.

Tutto pronto, tutto calcolato, tutto compreso.Tutto sommato comincio a vedere la profondità della frustrazione di cui parlava quel tizio.

Non esiste essere vivente programmato per vivere una vita da larva. La vita, per esser chiamata tale, impone di prendere coscienza del battito del cuore, del respiro, del vento sulla pelle, dei muscoli che lavorano e dei pericoli che incalzano.Ho una nostalgia enorme del mio spazio sicuro, del luogo tranquillo e confortevole, del ventre della madre che nutre e protegge.

Ma ormai sono nato, quel tempo è passato, e ora che sono vivo devo vivere! Sennò che ci sto a fare?

Didje Doo

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