un'immagine della partita "incriminata" tra Bagno a Ripoli e Grevigiana

Lo dico subito, a scanso di equivoci: vi voglio un monte di bene, ma proprio tanto, a voi che ci leggete ogni giorno sulle pagine di SportChianti. Anche a chi ogni tanto ci critica per qualche errore o inasattezza.

Perché tutto questo dimostra l’enorme passione con cui seguite il nostro modo di raccontare il calcio e lo sport delle categorie meno celebrate, fino ai campi più fangosi e romantici della Prima e della Seconda Categoria.

Vi voglio bene sul serio e proprio per questo voglio raccontarvi una storia che secondo me spiega molto bene che gran banda che siamo, noi italiani e il calcio. E altro che Var o tecnologie varie.

Ve la faccio breve. Domenica passata ero a seguire la partita tra Bagno a Ripoli e Grevigiana al campo dei Ponti. A metà del primo tempo arriva il primo gol degli ospiti.

Vi dico come l’ho visto io, che ero – a parte i calciatori in campo – la persona più vicina al luogo del gol, in quanto appoggiato alla rete di recinzione, proprio in linea con l’azione decisiva.

Il n.10 della Grevigiana Cardinali batte una punizione dalla sinistra verso il centro (detto che probabilmente ci sta che fosse direttamente rigore perché forse il fallo fischiato era avvenuto un passo dentro l’area): la palla arriva in area piccola e il difensore locale Iagulli di testa, chiaramente senza volerlo, incorna la sfera e la infila sotto l’incrocio del palo più vicino alla battuta della punizione.

Per me era e rimane autogol tutta la vita, perché non mi pareva proprio che la parabola della punizione fosse esattamente nello specchio della porta e soprattutto perché appunto senza quel colpo di testa non sarebbe mai stato gol, ci metterei la mano sul fuoco.

Ma son sensazioni personali, ci mancherebbe. Quelle che tutti noi proviamo in tempo reale, al campo sportivo, senza replay.

Ecco. Il bello viene quando il lunedì mattina sul presto arrivano a me personalmente e poi alla redazione le prime (garbate) proteste, da più fonti diverse, perché il gol si sarebbe dovuto assegnare a Cardinali. Allegando a questo anche il regolamento sull’assegnazione dei gol usato per la Serie A.

Nemmeno fosse una questione di fantacalcio per cui ci si accapiglia tra amici il lunedì su una chat di whatsapp.

Ma la cosa più bella, nel corso della giornata, è stata poi la ricezione di un breve filmato, recuperato addirittura dai calciatori della squadra avversaria, dalla prospettiva opposta alla mia, che avrebbe chiarificato il tutto. Altro che Var.

Tutto bellissimo, meraviglioso (in tanti anni che faccio questa carriera mi è successo di tutto, figurarsi. Una protesta civile nei modi come questa mi fa solo solo teneramente sorridere).

Una volta, un bel po’ di tempo fa, la mamma di un difensore che allora andava per la maggiore in Serie D mi anticipò via fax che mi avrebbe fatto causa attraverso l’associazione consumatori (?) perché, a causa del 5 che gli avevo dato in pagella, suo figlio avrebbe subito un danno economico nel prossimo ingaggio.

Un’altra volta il padre di un altro difensore (zona Chianti tra l’altro), chiamò infuriato per dire che se avevo dato l’insufficienza al figlio, non sapendo che questo aveva avuto la diarrea tutta la settimana, proprio non capivo nulla di calcio.

Ma potrei continuare l’elenco a lungo, su episodi simili… .

Alla fine, lo confesso, dopo aver guardato e riguardato il filmato, io mi arrendo.

Cioè, non è che mi arrendo. Perché secondo me quel filmato conferma invece quello che avevo visto coi miei occhi: e cioè che il difensore incorna volontariamente di testa e spiazza in maniera netta Turi su una traiettoria che non mi pare così sicuramente verso lo specchio della porta.

Ma mi arrendo nel senso che credo che se io e chi ci ha inviato il filmato continuassiamo a guardarlo fianco a fianco per una giornata intera, continueremmo a vedere due realtà completamente diverse e nessuno convincerebbe l’altro.

Ci mancherebbe. Io sarei stato contento di assegnare il gol a Cardinali e di togliere il peso dell’autogol a Iagulli. Non li conosco personalmente ma mi paiono due bravi ragazzi e mi avrebbe fatto piacere per loro.

Però l’ho vista in un altro modo. Tutto qui.

Ma il vero punto per cui vi sto scrivendo non è questo.

Il punto è che in Italia, davvero, solo un pazzo avrebbe potuto immaginare che uno strumento assurdo come il Var avrebbe eliminato le polemiche da bar.

È il sale del calcio, la polemica da bar, e grazie a Dio quelle polemiche non ce le toglierà nessuno, nemmeno con tutta la tecnologia del mondo. In Seconda Categoria come in Serie A.

È il nostro respiro vitale guardare un episodio in cento e pensarla in cento modi diversi.

Io credo fermamente in un calcio che è fatto di quelle polemiche. E che ci faccia discutere per un giorno intero sull’attribuzione di un gol (o un autogol) in una partita di mezza classifica in Seconda Categoria.

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