Didje Doo (Duccio Becheroni) mentre scende le "rapide" della Pesa

Quando ero bambino facevo un sogno ricorrente. Il fiume era in piena e io mi trovavo immerso tra le sue onde e i suoi vortici e la corrente mi portava con sé.

Non era un incubo, la paura dell’annegamento non c’era. Anzi mi sentivo euforico, gioioso all’idea di far parte dell’elemento acqua che si esprimeva in tutta la sua potenza.

Ero parte del tutto. 

Il desiderio di vivere realmente quella sensazione non mi ha mai abbandonato. 

Non mi sono mai allontanato dal bambino che ero e quel sogno, trent’anni dopo, è diventato realtà.

Il fiume Pesa ha una portata d’acqua molto scarsa.

Ci sono zone nel periodo estivo in cui tende ad asciugarsi completamente, complice l’uso smodato delle risorse idriche da parte nostra ed altre “malefatte” umane. 

Quindi gli unici giorni in cui il fiume garantisce un volume sufficiente alla navigazione sono quelli di pioggia, quando si gonfia d’acqua.

I giorni appena trascorsi sono stati molto piovosi e così ho iniziato a studiare il suo percorso nel tratto che precede Sambuca (Barberino Tavarnelle), a mio avviso la parte più bella e selvaggia (se ancora nel 2021 si può parlare di “natura selvaggia”).

La portata dell’acqua non è mai costante, e neanche il suo colore lo è. Di giorno in giorno avvengono piccoli cambiamenti che modificano in modo sostanziale il suo fluire verso valle.

Ho scoperto che la variabilità del suo comportamento è estremamente dinamica, ma per accorgersene bisogna… diventare acqua noi stessi!

Così con la complicità di Maurizio, compagno d’avventura e amico da una vita, abbiamo deciso di scendere il fiume la mattina del 30 dicembre.

Il modo più entusiasmante per concludere il 2020 che siamo riusciti a inventarsi in tempo di pandemia.

Le condizioni meteo erano perfette: cielo grigio, freddo e pioggia in continuo aumento. Non posso dire lo stesso del nostro equipaggiamento, non proprio ideale per quel tipo di situazione, ma il fuoco della passione scalda più di qualsiasi altro indumento.

La discesa richiede impegno perché le rapide sono molto frequenti, la vegetazione spesso complica il passaggio e viste le condizioni meteo, il volume dell’acqua andava aumentando durante la progressione. Bellissimo. 

Mi sentivo come in un sogno, nel mio sogno. È incredibile il margine di possibilità che si estende anche attorno alle situazioni anguste, come quella che tutti stiamo vivendo oggi.

Considerando che in tempi non sospetti in questo momento sarei stato in chissà quale regione sperduta del pianeta circondato da gente nuda e sorridente, avrei potuto restare a rimpiangere i bei tempi sul divano, e invece eccomi qui, a ridere tra le onde della Pesa come un pazzo.

La vita è inarrestabile e noi, per il momento, siamo vivi! Questo è sufficiente per trovare soluzioni ad ogni problema. Se ci credi il mondo è tuo. Se non ci credi vieni con me in Pesa con la prossima piena, te lo dimostro! 

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