Erano anni che attendevamo una settimana così.

In settimana la straordinaria vittoria contro l’Atalanta tutta grinta, sacrificio e impegno. La prima firmata chiaramente Iachini.

Dopo il debole spettacolo offerto contro la Spal vedere i nostri ragazzi trasformati in leoni, riuscire a vincere in 10 contro una delle squadre più forti d’Italia è sembrato francamente un sogno.

Evito di addentrarmi troppo sul ridicolo teatrino post-partita creato da Gasperini e Percassi.

I cori di offese ci sono in ogni stadio e purtroppo o per fortuna ci saranno sempre. L’arbitro Pairetto di Milan-Udinese ad esempio ha preso 20 minuti di offese da tutti i 60mila presenti a San Siro.

Nessuno lo riferirà, né si fermeranno mai partite per cazzate del genere, checché ne dicano ometti come i due sopra citati.

Si limitino a parlare di calcio, delle loro grandi vittorie e delle loro rare sconfitte. La lunga fila dei moralizzatori di sta cippa non ha bisogno di altre due punte di diamante.

Tornando al calcio vero, dopo il passaggio del turno in Coppa, personalmente avevo enorme fiducia per la trasferta di Napoli.

I partenopei apparivano smunti e noi sempre più convinti. E oggettivamente non c’è stata partita.

A parte un (grandissimo) intervento di Dragowski e un errore clamoroso di Callejon, il Napoli non si è mai visto. Una fitta rete di inutili passaggetti che la Fiorentina controllava agilmente grazie ad una ritrovata condizione atletica, migliorata evidentemente.

Al di là delle due favolose reti segnate da Chiesa e Vlahovic e della prestazione molto confortante di Federico, ci sono due cose da sottolineare con grande forza.

La prima è la crescita ulteriore di Castrovilli.

Gaetano, soprattutto quando il pallone scotta, sale in cattedra con una forza, una sapienza tattica e una intelligenza rarissime.

Ho già scritto molto su di lui, è evidente la sorpresa che abbiamo avuto tutti nel vederlo giocare così bene dall’esordio e nel vederlo migliorare così tanto partita dopo partita.

Io però ho la netta sensazione che qui si stia andando incontro ad uno di quei rarissimi calciatori capaci di aumentare il proprio livello a prescindere dal contesto.

Un predestinato. Questo sembra Castrovilli.

Un ragazzo dall’aspetto umile, capace di fare sempre meglio a prescindere dagli avversari, dai compagni di squadra, dalla tipologia di partita.

Faccio davvero molta fatica a tenere fermo l’entusiasmo che ho quando lo vedo correre ovunque, quando lo vedo difendere il pallone, quando lo vedo inserirsi in profondità.

La triangolazione con Chiesa, terminata con il piattone di Federico parato miracolosamente da Ospina è stata un simbolo di enorme forza, da parte di entrambi.

Ricordiamocelo tutti, io per primo, quando arriveremo a pensare ad una eventuale cessione di Chiesa.

Il secondo aspetto da approfondire è il gruppo. In campo si vedono 11 ragazzi che si aiutano l’uno con l’altro, che rientrano e scattano insieme.

Quando la Fiorentina fa gol c’è un monte di 30 persone e solo le barriere impediscono a Joe e a Rocco di invadere il campo e buttarcisi in mezzo.

Segna Vlahovic ed il primo a correre ad abbracciarlo è Cutrone, l’ultimo arrivato che corre e ci sente più di tutti. Segna Chiesa e Iachini gli si lancia addosso insieme a tutti gli altri.

La squadra adesso è unita e coesa come mai lo era stata negli ultimi anni.

E questa favolosa alchimia può manifestarsi solo quando c’è una grande società, quando i dirigenti sono sempre presenti e ogni giorno ti spronano a dare di più, quando l’allenatore è un pazzo scatenato che in allenamento e in partita se sbagli mezza cosa ti urla di tutto per una mezz’ora buona e quando hai un gruppo di ragazzi giovani che si rendono conto che se non si dà tutto quello che si ha intorno c’è chi se ne accorge e chi si incazza se le cose non vanno come devono.

Tutte cose che sono mancate totalmente negli ultimi 4 anni.

Quando di questa squadra non fotteva niente a nessuno, tranne che a noi tifosi.

Dario Del Gobbo

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