Me lo trovate voi un allenatore che venga da domani a gestire una rosa come questa, che la salvi da una Serie B “assai” probabile e nel caso riuscisse, salutasse comunque tutti col sorriso e lasciasse la panchina allo Spalletti di turno intorno a giugno?

Beh, non penso che ci sia la coda di fronte a un lavoro con prospettive simili, ma state pur certi che se Barone e Commisso ne trovano anche uno soltanto, lo porteranno a Firenze.

Del resto, 4 vittorie in 9 mesi sarebbero più che sufficienti per esonerare uno come Klopp, figurarsi per uno che fallisce regolarmente oramai da un lustro o quasi.

“Il nuovo corso” era partito con un entusiasmo straordinario ma con alcune incognite.

La prima era l’intenzione fin troppo sbandierata di volersi prendere una sorta di anno sabbatico.

Parole che non esistono nella realtà dell 99,9% delle persone, meno che mai nello sport. E infatti ce ne siamo resi conto prestissimo e ci troviamo adesso a modificare un anno che doveva essere “di relax” in uno che dovrà essere di tremendo sacrificio.

La seconda erano le scelte tecniche.

Tutte “vecchie facce”, ingaggiati perché avevano già lavorato o stavano tuttora lavorando a Firenze e potevano aiutare i “nuovi” a prendere confidenza con la realtà fiorentina.

Montella, Pradè, Vergine.

Individui, responsabilità, errori molto molto diversi.

Partiamo dall’ultimo dei tre.

Vincenzo Vergine è capo del settore giovanile della Fiorentina da non so più neppure quanti anni.

Amico di Pantaleo Corvino dai tempi del militare. Questo signore è riuscito a farsi riconfermare nel ruolo più delicato in assoluto anche dagli sprovveduti americani (mi prendo la libertà di questo brutto aggettivo, ma quantomai calzante in questa situazione, purtroppo).

Un uomo che un anno fa di questi tempi è stato in grado di diplomarsi con 110/110 come direttore sportivo. Titolo della tesi: “La persona prima del talento”.

Chissà se si riferiva a Mancini e Zaniolo – nostri calciatori delle giovanili che sono stati persi con una superficialità grottesca – oppure a sé stesso.

Come abbia fatto costui ad essere ancora lì dopo errori di questo livello, è un vero mistero.

Poi Daniele Pradè.

Fece benissimo nei suoi primi due anni a Firenze, ma poi le sue “suggestioni” per sfortuna o per eccesso di rischio finirono tutte per svanire molto rapidamente. Le spese complessive furono talmente alte dal rovinare gli equilibri economici societari per molti anni a venire.

Questa prima campagna acquisti è oramai un fallimento epocale certificato. Una squadra peggiore di quella dell’anno scorso, che è costata una follia, che non ha equilibrio, non ha centrocampo né un attaccante importante in rosa.

Non ha un contratto annuale come avevo recentemente scritto, ma ha precisato di avere un biennale.

Ha quindi altre tre finestre di mercato per salvare sé stesso e anche la squadra del nostro cuore: la prima inizia tra un paio di settimane.

Dovrà portare rapidamente almeno due titolari molto forti e di prospettiva, più qualche comprimario accettabile, oltre alla cessione non più rimandabile di almeno una mezza dozzina di inutili esuberi. Non ha avuto il tempo di farlo in agosto? OK, ci crediamo. Adesso però non è più agosto.

Infine Vincenzo Montella.

Come responsabile tecnico assoluto dovrà certamente pagare per tutti. Il suo ingaggio organizzato direttamente da Diego Della Valle a cifre assurde mi scandalizzò totalmente, nel silenzio generale delle truppe cammellate dell’epoca, tra l’altro.

Difficile esonerarlo in estate quando c’erano ancora 24 mesi di contratto molto oneroso. Tanto valeva provare con lui, provare a ricostituire quella empatia che era partita nel 2012. Ma non è affatto andata così.

Nessuno di questi tre individui merita di rimanere qua per motivi diversi: Vergine per clamorosa; e manifesta incompetenza; Pradè per aver commesso una serie di errori incredibile.Montella per ripetuta inadeguatezza.

Di questi, solo Pradè dovrà avere una chance per rimediare. Per gli altri due, dopo Fiorentina-Roma dev’essere suonata l’ultima campanella.

Dario Del Gobbo

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