Alla luce di tutti i risultati di giornata, il pareggio di sabato è pressoché un disastro.

La Fiorentina si ritrova decima anche se con un portiere in più (ma forse con un Pezzella in meno, vedremo gli esami).

Nessuno si era mai permesso di etichettare Lafont come “bidone” (per carità, così giovane!), personalmente ero solo rimasto perplesso dalle prestazioni, fino a oggi banalissime.

Non mi riempiva gli occhi, non mi piaceva come reagiva, come parava, come usciva. Questa partita lascia dubbi solo sulle uscite, tra i pali il giovane francese ha dimostrato che se vuole sa essere prodigioso.

Ho letto tanti commenti in merito alla partita.

Si è parlato di cuore, di grande grinta, di “aver tenuto testa al Napoli”, o che la differenza di classifica proprio non si sia vista.

A me però piace raccontare quelle verità un pochino scomode e “politically uncorrect” che si faticano a leggere altrove. Diciamocela la verità: oltre ad un sontuoso portiere abbiamo avuto anche un bel culo. Gli errori del Napoli, soprattutto nel primo tempo, sono stati clamorosi.

La difesa non ha convinto anche se per la prima volta si è schierata (coraggiosamente) a 3 e anche se mancavano 2 titolari (Vitor Hugo e Milenkovic) e la prima alternativa (Laurini).

Pure l’attacco è stato deludente, Chiesa a parte.

Muriel non l’ha vista proprio mai, Mirallas è entrato e dopo un attimo si è stirato.

Un monumento vero va fatto ad una splendida linea mediana.

Dabo, da fluidificante destro, si trovava in una lotta impari contro lo sgusciante (e fallosissimo) Zielinski, tanto è vero che l’errore più evidente di Mertens nasce proprio da un anticipo di testa del polacco sul francesone nostro. Ma fino all’ultimo secondo si è dannato con risultati via via migliori.

Pure Edimilson e Gerson sono stati protagonisti di una prova più che positiva, e se ve lo dico io che non li posso manco vedere ci potete credere.

Menzione a parte per Veretout, terzo e ultimo motivo per il quale la Fiorentina ha raccolto questo punto così speciale.

Jordan è stato il più pericoloso in assoluto (Meret splendido su di lui), oltre ad agire con un raggio d’azione di almeno 50 metri dove calamitava qualsiasi cosa gli respirasse intorno, nulla da invidiare al più blasonato Allan.

Classico commento finale per “padre” Pioli, apparso più agitato forse proprio perché la squadra per la prima volta si presentava schierata in modo diverso dal solito.

Passi per la formazione sperimentale con Dabo fluidificante di destra, ma le tre sostituzioni si digeriscono male.

La Fiorentina aveva speso tantissimo, era naturale che negli ultimi minuti avrebbe sofferto molto. Togliere un giovane come Hancko, sebbene in difficoltà, è stata una sciocchezza.

Togliere Gerson nella sua gara migliore degli ultimi tre mesi è stato inspiegabile (tra l’altro tutti e due i sostituiti stavano bene fisicamente!).

L’infortunio di Mirallas ci ha obbligati al terzo cambio con un Simeone che è entrato in campo e nonostante la situazione complessiva disperata (Pezzella infortunato e molti altri coi crampi con problemi fisici) non si è manco notato in copertura più di tanto.

Siamo già alla quarta partite del girone di ritorno e la Fiorentina ne ha vinta una soltanto (4 a 3 rocambolesco contro un Chievo morto e sepolto) e ancora tre pareggi.

Nel calcio moderno il pari è quasi sempre una mezza sconfitta, anche se la partita col Napoli possiamo escluderla da questa definizione. Di certo 11 pareggi sono un bottino magrissimo. Basti pensare che 4 vittorie e 7 sconfitte avrebbero fruttato di più.

Se dalle prossime due partite non escono sei punti (Spal fuori casa e Inter in casa), la rincorsa per l’Europa temo che potrà passare solo attraverso il sogno della Coppa Italia.

Dario Del Gobbo

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