Pantaleo Corvino, d.s. della Fiorentina

Per giudicare il mercato della Fiorentina in modo serio, pur non essendo stato un mercato serio, bisogna fare una doppia analisi.

Da un punto di vista essenzialmente tecnico la squadra è leggermente peggiorata.

In porta è arrivato un giovane francese, Lafont. Ne avevamo uno di identica età, ma italiano: evidentemente è stato considerato di livello inferiore. Quel poco che si è visto è comunque molto confortante.

Per quanto riguarda la difesa. Centralmente, il nostro povero capitano non è più con noi, in qualche modo dovevamo provare a sostituirlo.

Come avevamo già fatto lo scorso anno andiamo ad attingere tra le rose delle squadre retrocesse. Stavolta tocca al Crotone, che ci cede Ceccherini a 3 milioni. La cessione di Bruno Gaspar rimane comunque il momento più erotico di tutta l’estate e da sola basta e avanza per migliorare notevolmente il livello dei terzini.

Da segnalare l’arrivo di Hancko, ennesimo sconosciuto di provenienza slava e dai costi notevoli (3,8 milioni di euro). Nessuno al mondo sa come giochi questo ragazzo, lo vedremo con calma.

Note dolenti a centrocampo. L’altro elemento di grande carisma, Badelj, invece non è stato minimamente sostituito.

Norgaard, Gerson ed Edmilson Fernandes sono tre giocatori poco conosciuti, che hanno caratteristiche molto diverse da quelle del regista croato. In pratica davanti alla difesa si dovrà presumibilmente adattare Veretout. Mi auguro che Pioli non percorra davvero questa assurda soluzione, ma questo sembra, da quanto visto in estate.

In attacco abbiamo sostituito Saponara con due giocatori validi, Mirallas e Pjaca.

Quest’ultimo in particolare è un giocatore di grande talento, sul quale abbiamo solo perplessità fisiche.

Manca ancora un valido sostituto per Simeone che fino ad aprile scorso era considerato poco più di una attaccante discreto. Sospiro di sollievo arrivato subito ai primi giorni di luglio, quando è stata ufficializzata la volontà di non voler proseguire col prestito biennale di Gil Dias.

Quindi se all’attacco e forse anche in porta siamo migliorati, l’impressione è che difesa e centrocampo siano notevolmente peggiorati.

Non c’è però solo il piano tecnico, vanno anche approfondite le operazioni.

I tre migliori arrivi, che più incuriosiscono e alzano il livello complessivo, sono sicuramente Pjaca, Mirallas e Gerson.

L’arrivo di quest’ultimo è un vero e proprio scandalo. Un insulto nei confronti di tutti gli altri giocatori della rosa, giovani in primis.

Gerson arriva in prestito secco, quindi zero possibilità che rimanga a Firenze. Stiamo fattivamente facendo una cortesia alla Roma, gli stiamo rivalutando un calciatore. Una cosa che si può fare a Empoli o a Frosinone, ma che molto probabilmente neanche la Spal avrebbe accettato di fare. Tre società molto più concrete della nostra, tra l’altro.

Mirallas invece arriva dopo 12 mesi di inattività o quasi. I tifosi dell’Everton non lo sopportavano più ed in tanti hanno tirato un sospiro di sollievo quando ha firmato per noi.

A me il giocatore è sempre piaciuto, lo ammetto candidamente. Per me ha intelligenza tattica e anche buoni piedi, ma anche qui la formula è nebulosa.

Il belga avrà 31 anni ad ottobre e se esercitassimo il diritto di riscatto tra 12 mesi avrebbe diritto ad un contratto quadriennale. Particolare questo che rende il suo riscatto a mio parere molto meno probabile di quello di Gerson.

Infine Pjaca, il vero pezzo pregiato. Il suo è di fatto un prestito secco mascherato.

Pagheremo alla Juve 2 milioni per il prestito oneroso, avremo il diritto di riscatto a 23 milioni (alcuni dicono che il diritto sia a 20, non è ancora chiarissimo questo aspetto). Peccato però che la Juve abbia il contro-riscatto a 26 milioni.

In pratica, se il giocatore tornerà in forma dopo 12 mesi avrà grande mercato e pur esercitando il nostro diritto di riscatto la Juve con un costo irrisorio e il relativo contro-riscatto si ritroverebbe un’ottima alternativa pronta oppure una vera e propria “dote” da cedere al miglior offerente.

Al contrario, se il calciatore non convincerà noi non lo riscatteremo e tornerà comunque alla Juve comunque dopo una stagione da titolare dietro pagamento dei 2 milioni di prestito oneroso.

L’unico vero investimento di questa sessione è quindi Alban Lafont, giovane 19enne francese dalle grandi mani e dal futuro molto interessante. Nient’altro.

La banda di esuberi che Corvino ha portato in questi 25 mesi di impoverimento tecnico allucinante non è ancora stata piazzata da nessuna parte, confidiamo nelle solite amicizie e nei soliti squisiti contatti del nostro direttore.

Alcune domande però me le devo per forza porre. Perché altre squadre, anche peggiori della nostra, investono del denaro, acquistano cartellini di giovani o giocatori di buon livello e noi no?

Siamo diventati davvero un parcheggio per investimenti in difficoltà delle grandi squadre?

Parafrasando gli storici “Amici Miei” e l’arcinota battuta del “sotto-cuoco” noi non sembriamo neppure una squadra satellite delle grandi, ma una squadra sotto-satellite….

Dario Del Gobbo