Sì, lo ammetto.

Stamattina ho preparato il caffè e intanto, come ogni domenica, mi sono chiesto che partita sarei andato a vedere oggi pomeriggio, se fosse una domenica normale.

Forse sarei andato a Certaldo a vedere il big-match col Lebowski. Oppure avrei preferito Grevigiana-Cubino. O avrei seguito il derby salvezza tra Tavarnuzze e San Polo.

Sarebbe cominciata tra poco la solita giornata lunghissima, da finire a notte inoltrata per raccontare un’altra domenica di sport: tra gol incredibili, imprese epiche, rimonte pazzesche, rigori non dati, dirigenti arrabbiati con l’arbitro, formazioni da recuperare, telefonate da fare, tabellini da completare.

È mattina presto, c’è un bel sole e, fosse una domenica come le altre, migliaia di ragazze e ragazzi, bambine e bambini, donne e uomini comincerebbero a mettersi in moto per preparare borse e borsoni, scegliere maglie o magliette, infilare scarpe e scarpini, riempire palazzetti e campi sportivi.

Quella splendida normalità che ci viene negata da un paio di settimane e che questi giorni surreali ci fanno sembrare il miraggio più bello.

È difficile pensare a quando torneremo come prima o se i campionati in corso finiranno davvero. Lo speriamo tutti. E se tutti diamo il nostro piccolo contributo ce la faremo un po’ prima.

Perché tutti abbiamo voglia di sapere chi vincerà il campionato di Prima Categoria, e di vedere il Due Strade riempito di tifosi della Sanca per la finale di Coppa Toscana, e di scoprire la griglia play-out di Seconda. E come finiranno i campionati di pallavolo e basket e pallamano, e tutto il resto.

E, quando succederà di nuovo, tra qualche domenica, godiamoci tutti questo momento. Non solo quello della partita o della gara. Ma anche quello del conto alla rovescia delle ore prima.

Del momento in cui prepariamo la borsa per la partita, o ci chiediamo che partita andare a vedere, mentre beviamo il primo caffè della domenica.

Perché a volte ci fa pure un po’ fatica e ci pare quasi scontata, solo un’altra domenica come tante altre. E invece non è scontato proprio un bel niente.

Gabriele Fredianelli

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