Nessuna immagine, solo una foto di sfondo neutra (viola… Fiorentina diciamo), quella che vedete qui sopra. Il tema (e il motivo) lo leggete sotto.

Ma poche righe che da sportivo, babbo e giornalista, mi sono sentito di scrivere sul mio profilo Facebook. E che allargo ai lettori di SportChianti.

Fatene l’uso che volete, io mi sentivo di condividere questa riflessione per farla arrivare a più persone possibile. 

Piccola considerazione (non richiesta) a margine del video che, da lunedì sera, è diventato virale, rilanciato a dismisura sui social e anche (ahimè) da alcuni giornali.

Parlo della bambina che prima dell’inizio di Fiorentina-Monza, inquadrata come di norma dalle telecamere mentre scorre la carrellata di bimbi davanti ai calciatori, pronuncia due parole, ripetute due volte: “Juve m…”.

Al di là delle ironie e delle battute, che nell’ambito calcistico ci stanno sempre (e a Firenze ancor di più), quello che lascia però sconcertati nel caso specifico è la totale mancanza di comprensione che si tratti di una minorenne (anzi, diciamo meglio, di una stra-minorenne).

E mi riferisco non tanto alla diretta, che su quello non può niente, ma alla quantità di persone (e, ancora più grave, di giornali) che ne stanno condividendo, da ieri sera, il video.

E che non fanno altro che aumentare i potenziali rischi a cui questa bambina, che ha pronunciato la frase chissà perché e chissà percome (ma nel caso specifico mi interessano il giusto le motivazioni) può andare incontro.

In un mondo ormai complesso, molto complesso, come quello nel quale viviamo, stra-esporre una bambina in questo modo, su una roba (purtroppo) potenzialmente anche molto conflittuale come il calcio, e in particolare in una situazione del genere, secondo me denota quanto (soprattutto gli adulti e, ri-ahimè, i professionisti del settore informativo) non siano in grado di capire il meccanismo perverso che alimentano.

Fine del pistolotto.

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