Vincere a Milano non è cosa banale né facile, soprattutto una partita tanto delicata, che ti permette di salire notevolmente in classifica, che ti avvicina addirittura ai piazzamenti Champions, posizioni ben più che pornografiche per le nostre deboli aspettative.

La difesa – non sono affatto sarcastico – si è confermata un reparto di ottimo livello, incredibilmente sostenuta per la seconda volta (consecutiva) in stagione addirittura da un portiere.

Auguriamoci che il giovane Lafont continui così, bello presente e reattivo come non lo abbiamo visto mai fino a fine novembre, perché i terzini e i centrali – tra molti alti e pochi bassi – sono comunque personaggi prevalentemente affidabili.

Non credo sia affatto un caso però che la difesa abbia particolarmente brillato.

I rossoneri, con una linea offensiva tra le più sfiduciate dell’intero emisfero boreale, erano anche sprovvisti di tutti i titolari del centrocampo. Al tempo stesso i nostri, sempre a centrocampo, sono stati per oltre 60 minuti orfani di Gerson: troppi vantaggi tutti assieme.

La mancanza di avversari seri e del nostro (ancora per poco) brasiliano ha favorito notevolmente il lavoro dei modesti Edimilson e Benassi, ma soprattutto ha permesso a Veretout di non affannarsi troppo e di arrivare al 94′ lucido e bello come appena uscito da un massaggio rigenerante.

Da segnalare che almeno questa settimana non si è verificato alcun caso Simeone: il ragazzo è ritornato a giocare come sa: in modo vomitevole.

Sono alle spalle le due reti segnate nelle ultime due partite: non una triangolazione, non un passaggio utile, non un tiro in porta, figurarsi.

Insomma mettendo da parte quel raggio laser scagliato in porta da Chiesa, fin lì forse il peggiore in campo, lo spettacolo in campo è stato deprimente. Più deprimente per loro però, visto che alla fine i 3 punti ce li siamo meritatamente portati a casa noi.

Adesso ci attendono due partite molto ostiche. La prima in casa contro il Parma e la seconda, l’ultima del 2018, contro il Genoa del redivivo Prandelli, un mister che tuttora rimpiango tanto e che ritengo essere stato di gran lunga il miglior dell’epoca Della Valle.

Continuando a giocare come a San Siro difficilmente riusciremo a fare più di un punto visto che entrambe le nostre future avversarie hanno uno stato di forma e di entusiasmo ben più alto rispetto a quello del Milan.

Pioli ha salvato la panchina dopo la partita, al momento in cui alcuni giornalisti di Sky gli hanno chiesto se una nuova punta avrebbe fatto comodo o meno.

L’abile Stefano (quantomeno a livello di dialettica) se l’è cavata elogiando il lavoro di Simeone (!!!) e confermando con convinzione l’idea di voler continuare a puntare su Pjaca nelle prossime partite.

Non oso immagine cosa sarebbe accaduto ad un iper-aziendalista come lui avesse invocato il mercato di riparazione.

Così come non oso immaginare, in un campionato così tanto livellato verso il basso (quantomeno in riferimento alle squadre di II e III fascia), dove diavolo sarebbe potuta essere la Fiorentina se avesse avuto due giocatori “normali” come Pavoletti e Caprari ad esempio al posto dei due sopra citati da “Padre” Pioli.

Dario Del Gobbo

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