Era una stagione brutta e mediocre. Inutile.

Di colpo ci ritroviamo in mezzo a tutto questo.

Non scriverò niente sulla famiglia. Non ne ho alcun diritto e cos’altro potrei aggiungere, rispetto a quel che già pensiamo tutti? Lo sconquasso è ovunque e noi siamo solo dei tifosi.

Ci sarebbero mille modi per ricordare il nostro capitano, sono tutti legittimi.

A me ad esempio piacerebbe che si giocasse in maglia nera per tutto il resto della stagione, senza alcun simbolo sulle maglie, se non uno stemma creato appositamente.

Vorrei che fosse tutto molto plateale perché non esiste una cosa più brutta di quella che ci è successa. Sto parlando da tifoso e sul piano sportivo ovviamente, non fraintendetemi.

Però di tutti i calciatori del mondo è il nostro capitano ad essersene improvvisamente e assurdamente andato.

Il capitano della Fiorentina. Ed è ancora tutto così incredibile. Non ho la minima percezione di quel che è accaduto.

Vorrei che i nostri avversari scendessero in campo con la stessa foga che avrebbero avuto in situazioni “normali”.

Vorrei uno stadio pieno, vorrei tutta la dirigenza in tribuna, vorrei che ci rimanesse anche per le prossime partite, vorrei che non mancassero mai più e che si vedessero tutte le partite.

Vorrei provare a ripartire. Magari non subito. Non questa domenica. È ancora dannatamente presto.

I nostri ragazzi saranno costretti a fare i professionisti di altissimo livello, del livello più alto, non avendone più i crismi psicologici. E chissà per quanto tempo. Per mesi, per anni.

Nel nostro piccolo dovremo aiutarli. Sarà nostro dovere e non sono solo chiacchiere.
Adesso giochiamo noi tifosi e stavolta non è solo un discorso da bar.

Provate solo ad immaginarvi il prossimo ritiro, la prossima riunione tecnica. Chi sarà il prossimo capitano, chi si prenderà la responsabilità di sostituirlo, di interpretarlo.

Qui i milioni di euro non contano più niente. La prossima volta che li vedremo in campo saremo tutti uguali e tutti uniti e non è la solita retorica settimanale, non siamo di fronte ad una finale.

Non ci sono partite di calcio da vincere, c’è l’assurdità della realtà da superare ed è un nemico che non immaginavi neanche di avere. Un nemico che il 99% delle persone non incontrano mai nella vita, per fortuna.

Ogni parata di Sportiello varrà doppio, ogni sforzo del povero Gil Dias che io tanto ho preso in giro per le sue carenze tecniche varrà triplo.

Ogni raro dribbling di Saponara varrà quadruplo. Ogni chiusura di Pezzella varrà uno scudetto. Ogni passaggio, ogni tiro, ogni scatto sarà una enorme vittoria. E sarà emozionante.

Per ognuno di loro e per ognuno di noi.

Ritornare a vivere la “normalità calcistica” sarà pur difficile, ma in questo quadro desolante dovremo essere i primi a rialzarci per aiutare chi ha perso un collega, un compagno, una guida, un amico.

Siamo stati sventrati nella nostra spensieratezza, adesso la Fiorentina per molto tempo non sarà più solamente la nostra valvola di sfogo, il nostro svago, la nostra fede. Sarà qualcosa di molto più complicato, molto più intenso. Di più “alto”.

Sarà tutt’altro. Prepariamoci. E facciamo del nostro meglio.

Dario Del Gobbo

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