Son tempi duri per gli “avvoltoi” tipo me visto che la Fiorentina continua a vincere e a convincere.

Naaaa. Scherzo.

Sia perché non sono affatto tempi duri: se la Fiorentina vince io sono molto felice. Secondo perché non convinciamo affatto.

Un “must”, i terzini. Ringraziando comunque per l’impegno Bruno Gaspar e Biraghi che al cospetto di Tomovic e Maxi Olivera sono paragonabili a Cafu e Marcelo, rimane però troppo debole la spinta sulle fasce, soprattutto sul lato del portoghese preso apposta per cercare di aggredire maggiormente.

Una novità, Astori. Il capitano è in difficoltà e non gioca troppo bene fin dall’inizio della stagione. Il gol del Bologna è sua completa responsabilità e in generale il neo arrivato Pezzella sembra nettamente in vantaggio sia di condizione che di rendimento.

Infine, gli attaccanti. Se ci ritroviamo con un Chiesa regolarmente straripante e sorridente, davvero una gioia per gli occhi, al tempo stesso non ci sono alternative credibili.

Simeone fa meno confusione di quella che faceva Kalinic con capacità realizzative apparentemente addirittura inferiori. E già quelle di Kalinic erano limitate eh, lo riscrivo oggi dopo la sua prima doppietta al Milan. Grinta sì, ma poco altro.

Di Babacar invece sappiamo già tutto: concretezza sotto porta ma totale indolenza nel gioco senza palla. Nel calcio di oggi uno così ha difficoltà ad essere considerato seriamente da un allenatore. Infatti gioca sempre meno, nonostante la maturazione piena.

Detto questo, non va tutto male. Anzi.

La squadra mostra limiti evidenti, però ha un senso, sia tecnico che tattico (in almeno dieci undicesimi, perché Benassi appare ancora molto lontano dalla comprensione del testo).

Chiesa fa dei passi avanti incredibili, gara dopo gara. In questo momento di totale entusiasmo dà l’impressione di poter fare tutto, cosa che effettivamente in campo dimostra.

Il suo attaccamento alla maglia è fisiognomicamente molto più chiaro rispetto a quello di Bernardeschi e se devo essere sincero in alcuni momenti fa sognare anche un cuore di pietra come il mio.

Un giocatore moderno, veloce, tecnico e concreto. Non ne vedo di più forti di lui della sua età, va detto.

Le ultime due settimane hanno portato punti e fiducia, elementi indispensabili per arrivare a giocarsi il turno infrasettimanale contro una Juventus che avrà la terza partita in sette giorni, solitamente la più difficile da affrontare a livello fisico e mentale (la quarta in undici, per la precisione).

Dario Del Gobbo

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