TAVARNELLE (BARBERINO TAVARNELLE) – Domenica pomeriggio è venuto a mancare all’improvviso, a soli 67 anni, Giuseppe Ciuffi, che per tutti era semplicemente “Beppe” o “Beppino”.

Beppe, oltre ad essere un indimenticabile personaggio di paese, era un grande appassionato di auto, moto e motori. E in particolare per l’Alfa Romeo aveva un amore smisurato.

# Un uomo fuori dagli schemi: Tavarnelle dice addio, all’improvviso, a “Beppino” Ciuffi

Con le auto correva nei rally e nei rallysprint. Campione italiano, tantissimi sono stati i suoi successi. Nelle corse in salita a Castellina in Chianti segnò il record della sua classe.

E’ stato il primo a vincere i tre rally della Versilia. Per quattro anni di fila (1979-1982) ha vinto il Rally della Fettunta. E sia nel 2015 che nel 2016 è arrivato primo, insieme a Luigi Mercatali, nell’Alfa Revival Cup.

Sembra ieri quando, nell’estate del 2016, lo incontrammo per un articolo su WeChianti proprio per raccontare la sua grande passione. Fu subito entusiasta dell’idea. Ci dette appuntamento al Bar Italia, “così si prende un caffè” (disse al telefono).

Dopo una bella chiacchierata e tante risate (con lui era impossibile non divertirsi), ci portò nei suoi garage in via delle Fonti (a Tavarnelle). Gli brillavano gli occhi: era il suo mondo. Ci fece vedere le auto e le Vespe che collezionava. E tirò fuori vecchie foto: una anche di quando era bambino, su una piccola Ferrari.

Il pomeriggio volò, perché era un piacere sentirlo parlare. Prima di andare via, ci salutò con affetto e disse di tornare presto, ogni volta che avremmo voluto, con il suo modo di fare generoso e “compagnone”.

“Suo babbo Armando, soprannominato “Grasselli”, era un grande rottamaio – a parlare è Paolo Signorini, amico storico di Beppe e compagno di corse – Beppe quindi ce l’aveva nel DNA la passione per le auto”.

“La scuola non era fatta per lui – racconta, sorridendo – Lui aveva nel sangue il rumore dei motorini: sin da bambino li truccava e li costruiva. E già a dodici anni andava in giro in motorino”.

“Ci conoscevamo da quando negli anni Settanta avevamo iniziato a correre – ricorda – All’epoca c’erano il rally di Tavarnelle, di Barberino, il rally Club 44, il rally Lastraioli. Lui lottava sempre per fare l’assoluto, perché aveva le macchine migliori. E vinceva quasi sempre”.

“Nel ’76 a Tavarnelle fondammo la Cassia Corse – dice, con gli occhi lucidi – Eravamo un gruppo di appassionati e piloti. Organizzavamo eventi nella zona, ma non solo. Anche nella scuderia Beppe era il leader”.

“A metà anni Ottanta ha smesso di correre – prosegue – Per ricominciare intorno al 2000 con le storiche, apparendo ogni tanto anche nelle moderne, come la Fettunta. Ha partecipato a qualche competizione anche nel 2017”.

“Ha sempre avuto belle macchine, soprattutto sportive – conclude Paolo – Nelle gare all’inizio correva con il “Duetto” Alfa Romeo blu e con l’Alfasud gruppo 2 rossa e bianca. Poi ha corso per esempio con l’Alfa Romeo GT junior e con una Clio. Correre era la sua vita”.

Proprio così vogliamo ricordare il mitico Beppe: a bordo di un’auto fiammante, carico di adrenalina. Convinti che riviva in ogni motore acceso, in ogni motorino truccato, in ogni derapata sulla pista.

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