TAVARNELLE (BARBERINO TAVARNELLE) – Cinquecento di chilometri tra andata e ritorno. Sei ore di pullman. Del tutto inutili e surreali.

È stato un viaggio verso una partita che non c’è mai stata, quello della Pallamano Tavarnelle.

Avrebbe dovuto giocare alle 18 di ieri pomeriggio a Camerano, in provincia di Ancona, la squadra biancoverde.

Partita spostata alla domenica perché i marchigiani giocano sempre le partite casalinghe in quel giorno.

La A1 e buona parte dell’A2 avevano già giocato il sabato: nessuno stop da parte della Federazione, anche se a livello locale si era già fermato l’attività giovanile e dalla Serie B in giù da qualche giorno.

Nonostante il decreto firmato dalla Presidente del Consiglio dei ministri nella notte tra sabato e domenica, non giunge nessuna decisione ufficiale della Federazione Handball nelle prime ore di domenica.

Così la Pallamano Tavarnelle alle 9 si ritrova e decide di mettersi in viaggio da Tavarnelle, sul pullman a noleggio.

“Eravamo in contatto con Camerano – spiegano il presidente Pierattoni e il coach Pelacchi – sapevamo di essere fuori dalla zona rossa e che avremmo trovato un ambiente sanificato completamente, il loro medico era al lavoro. Non pensavamo certo di correre rischi, anche se qualche dubbio l’abbiamo avuto fin dai giorni precedenti. Tanto che ai ragazzi lo abbiamo detto chiaramente: se qualcuno di voi non se la sente di venire, lo dica senza problemi, lo capiamo. Ma alla fine sono venuti tutti”.

Una situazione comunque al limite, anche perché la Pallamano Tavarnelle aveva saltato pure gli ultimi allenamenti della settimana per il blocco dell’attività.

Il viaggio va avanti. Ma quando il pullman è ormai quasi a destinazione, a mezzogiorno arriva la comunicazione della Federazione. Campionati fermi con effetto immediato. Non si gioca più.

La squadra è ormai a Jesi. I ragazzi pranzano insieme al ristorante come da programmi, poi si rimettono in marcia alla rovescia per fare ritorno a casa.

Alla fine meglio così, anche se forse uno stop anticipato sarebbe stato più ragionevole. E con qualche perplessità anche sulla spesa affrontata dalla trasferta a vuoto: soldati buttati al vento. “Ma – confermano coach e presidente – non c’è dubbio che alla fine sia stato meglio per tutti non giocare. Solo che a quel punto avremmo preferito non partire proprio”.

Intanto, però, il campionato resterà fermo almeno fino al 3 aprile. Significano quattro turni di stop che sarà poi complicato recuperare (anche perché Tavarnelle ha due turni nelle Marche: contro Camerano e Chiaravalle, ma dovrà ospitare anche Nuoro). Ma per tutto quello ci sarà tempo.

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