FIRENZE – E’ tornato in pista da un paio di partite. E, come spesso gli chiedono, centrare l’obiettivo non sarà un’impresa facile. Pasquale Colicigno è ripartito dalla panchina di un Firenze Sud che insegue una salvezza tutt’altro che semplice da raggiungere per una squadra che alterna risultati incredibili (4 punti conquistati con la Settignanese, ma anche 7 gol subiti dal Cubino all’andata).

“Non è facile, no – conferma quello che è sicuramente uno dei personaggi storici del calcio toscano, prima come temibile attaccante e quindi come allenatore – la qualità della squadra ci sarebbe, purtroppo in partita i ragazzi perdono lucidità, finiscono per avere paura. C’è da lavorare più sulla loro testa che sulle gambe”.

“Il mio predecessore Marco Bertuccio aveva fatto un buon lavoro – continua – te ne accorgi quando arrivi in uno spogliatoio. Purtroppo le cose non stanno andando nel modo migliore, ma è soprattutto un problema mentale. E per un allenatore non è mai facile subentrare in corsa in situazioni del genere. Non c’è modo di mettere in pratica il proprio calcio, non c’è tempo. Al massimo si può provare a limitare certi problemi, come sto provando a fare”.

“La cosa che mi rincuora è che c’è una società organizzata e coi piedi per terra, con un direttore sportivo esperto come Cesare Calamai che conosce bene il calcio. E i ragazzi mi seguono in allenamento, mi stanno a sentire, si mettono a disposizione” prosegue.

“L’obiettivo salvezza è ancora alla portata – dice Colicigno – anche se è un campionato in cui ogni partita fa storia a sé. E non è un caso che stiano facendo bene squadre come Montelupo e Affrico che sono partite senza troppe pressioni, rispetto magari a Settignanese e Rondinella per esempio”.

Fuori dalla mischia per qualche mese, dopo le ultime esperienze con Rondinella e Laurenziana (e prima ancora con Signa e Galluzzo), Colicigno però è già rientrato nel clima giusto: “Lo ammetto, stavo benissimo anche fuori e in genere non mi piace subentrare a stagione in corso – spiega – Però lo so come vanno queste cose. Già dopo il primo allenamento, ti torna la voglia di dimostrare che qualcosa la sai ancora fare. E allora ci proviamo!”.

Gabriele Fredianelli

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