No, non mi sono dimenticato di scrivere della partita contro la Roma.

Non avevo semplicemente niente da dire.

Cosa avrei avuto da aggiungere rispetto a quanto ampiamente scritto per tutto il mese d’ottobre?

Non penso che nessuno avrebbe letto volentieri le solite mie noiose arringhe sul mancato impiego di Thereau, sull’eventualità di chiudere Simeone negli spogliatoi, sul possibile accentramento di Chiesa, sull’inadeguatezza del centrocampo o in merito a chissà quale altra banalità.

Abbiamo preso un punticino, il solito Pioli ci dirà che è un punto d’oro preso contro una grande squadra, i tifosi tristi come il mare d’inverno ci diranno: “ma hai visto che giocatori che ha la Roma, ma hai visto che monte ingaggi, ma vuoi competere con quelli lì??!”, manco si trattasse di scalare l’Everest a mani nude.

L’unico sussulto dopo un mese di sconfitte, pareggi, rigorini ridicoli e poco altro arriva da Losanna, sede del TAS, Tribunale Arbitrato dello Sport: sono state pubblicate le motivazioni della esclusione della Fiorentina dall’arbitrato per l’ammissione all’Europa League 2018/2019.

La Fiorentina avrebbe dovuto inviare una mail entro il 9 luglio alle 13, per poter partecipare attivamente al dibattito. Una semplice mail, che motivasse con elementi giuridici la nostra presenza.

Che ci avrebbe permesso di portare memorie, di spiegare al Tribunale perché la Fiorentina avesse diritto a giocarsi questa benedetta (o maledetta) Europa League al posto del Milan. Se ci avessero ammessi, ce la saremmo potuti giocare. E invece così, manco abbiamo potuto fare gli spettatori.

La Fiorentina questa mail, nei tempi e nei modi stabiliti, non l’ha mandata.

Se n’è fottuta. Totalmente. Nonostante i 10 giorni di tempo. Dal 30 giugno al 9 luglio di tempo, nessuno che abbia avuto il tempo di cagare di striscio il Tribunale di Arbitrato Sportivo Europeo.

Non stiamo parlando della “Nobile Associazione per la salvaguardia dell’upupa”, ma del tribunale sportivo più alto in assoluto che poteva darti una qualificazione in Europa, il coronamento di una delle ambizioni più importanti per quanto riguarda una squadra, una tifoseria, una qualsiasi proprietà sportiva. Esclusi per questo.

A dire il vero una mail la mandarono alla fine, in palese ritardo, poco prima delle 19.

Ovviamente il TAS ci si pulì le terga. E allora zelanti come non mai i nostri combattenti ne mandarono financo una seconda. Mai domi.

Fu quindi richiesta la partecipazione all’udienza, solo come “membro uditore”. Stessa fine della prima mail (in una precedente versione dell’articolo avevo erroneamente scritto che questa seconda richiesta era stata accettata).

Chissà quale abnorme mole di lavoro poteva avere la dirigenza, la segreteria, lo studio legale di una squadra di Serie A in quei primi 9 giorni di luglio.

E’ quindi ufficiale, non più solo una strampalata teoria cospirativa del “rosicone” dal cognome discutibile.

La Fiorentina è una squadra di calcio che non ha alcuna ambizione sportiva e che anzi si guarda bene dall’averne.

La Fiorentina deve arrivare appena sotto al piazzamento per le coppe europee perché farle significherebbe dover aumentare la rosa e di conseguenza i costi dovuti agli stipendi. Ma non troppo lontana, per tenere a bada le eventuali critiche tecniche.

Ah, mi raccomando. Non ditelo ad Andrea Della Valle, che lui ci rimane male. Non sa che dobbiamo arrivare ottavi, lui è rimasto al settimo posto. È un piccolo segreto che ci teniamo tra di noi, ok?

Giochiamo per partecipare. Con ferma e precisa direzione aziendale.

Però vuoi mettere, almeno non rischiamo di fallire.

Dario Del Gobbo

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