ROMA – La “rivoluzione”? Posticipata almeno di un anno. Nelle settimane scorse si era parlato di una inevitabile riforma strutturale del calcio italiano, specie per quanto riguarda la Serie C e la riduzione del numero delle squadre professionistiche.
Al momento però, con il calcio Pro che prova una ripartenza della stagione, ecco che la riforma va in stand-by.
Sulla necessità dei cambiamenti, tutti d’accordo. Ma a questo punto sembra tutto rimandato perlomeno alla stagione 2021/22, iniziando però la discussione dal prossimo settemnre.
L’idea è sempre quella di una Serie C diversa da oggi: una parte forse d’élite e una semiprofessionistica, in modo da alleggerire il carico delle 100 società attualmente professionistiche.
Ma a quel punto è ovvio che andrebbe rivisto anche il ruolo dell’attuale Serie D.
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