Matteo Fiaschi taglia il traduardo davanti a tutti, martedì 1 maggio

SAN CASCIANO – Il Primo maggio lo ha visto tagliare il traguardo di Renzino (Foiano della Chiana) per la prima volta in questa stagione.

Il cuore che pompa a mille, le gambe che mulinano sui pedali, il vento in faccia, gli avversari che inseguono, li senti distintamente, l’incitamento del pubblico. E poi… la vittoria.

Una stagione quella di Matteo Fiaschi, 16 anni fra qualche settimana, del gruppo degli Allievi della Sancascianese Ciclismo, che per adesso lo ha visto protagonista in ogni gara.

Quasi sempre sul podio, stavolta però ha avuto l’enorme soddisfazione di mettere la ruora davanti a tutta. E gustarsi l’attimo a braccia alzate. SportChianti lo ha incontrato.

Matteo Fiaschi, dopo tanti piazzamenti la prima vittoria: cosa si prova a passare il traguardo a braccia alzate?

“Sicuramente è un’emozione. E ogni volta che la si prova però è sempre come se fosse la prima; spero che quella dell’1 maggio sia la prima di una lunga serie di vittorie, non solo per me ma per tutta la squadra”.

Raccontati un po’ ai lettori di SportChianti: come hai iniziato ad andare in bicicletta? Quando hai capito che era il…tuo sport?

“Ho iniziato da G1 e G2 nell’Abitare Cornici, poi ho smesso per provare a fare altri sport; ho ricominciato da G5 nello Stabbia Ciclismo, invogliato dal fatto che fosse la squadra dove correva mio fratello. Poi da Esordiente sono passato nel Pedale Senese, facendo lì due anni, per poi passare alla squadra in cui mi trovo ora, la Sancascianese. Dove ho trascorso già un anno e sto facendo questo secondo e ultimo”.

Quando era un G2 e correva nell’Abitare Cornici, squadra di Certaldo che adesso si chiama Pedale Certaldese

Che tipo di corridore sei? Descriviti…

“Principalmente sono un velocista, cioè colui che risparmia le energie per l’arrivo finale dove sprigionare tutta la sua potenza. Ma riesco a difendermi anche sulle salite non lunghe”.

Cosa vuol dire stare in gruppo? Quali i momenti che ti piacciono di più in una gara?

“Stare in gruppo non riesce a tutti, bisogna avere una grande confidenza con la bici e sapersi spostare tra i corridori che sono accanto a te, a pochi centimetri. Il momento che mi piace di più è la preparazione alla volata, quando l’adrenalina sale a mille. Anche lì devi saper stare in gruppo e mantenere la posizione per vincere”.

Ne hai una, di vittorie, che ricordi con particolare affetto? Una vittoria? Una tua prestazione?

“In realtà non ne ho proprio una che mi piace di più. Forse la prima che feci da Esordiente del primo anno, che era anche la prima in assoluto, la ricordo con un po’ più di affetto. Ma ogni volta è un’emozione infinita”.

Quando era G5 e correva nello Stabbia

Hai un modello di riferimento? Un campione che ti ispira?

“Il mio modello di riferimento, anche se e mie caratteristiche non sono simili alle sue, è Vincenzo Nibali: mi piace molto il suo modo di correre”.

Quali i tuoi obiettivi per il futuro?

“Ovviamente, come ogni ragazzo che fa questo sport, spero di farlo come lavoro. Purtroppo non tutti ci riescono: solo quelli molto tenaci e che non mollano possono far avverare questo sogno. Io per ora ci spero e cercherò di non mollare: poi… vedremo”.

Matteo Pucci

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