Credo che siano davvero pochi gli interessati a leggere un mio commento sulla terribile gara di sabato scorso contro il Sassuolo.

Ai ragazzi in campo non si può certo chiedere di più. Hanno dei limiti e durante queste settimane hanno dimostrato di saperli superare di gran lunga.

Chiedergli di rimanere su quegli standard sarebbe stato da vigliacchi. Non li rimprovererò per una brutta partita.

Sappiamo anche che Pioli è un uomo meraviglioso, che si è comportato umanamente in modo impareggiabile, ma che tecnicamente ha più di qualche lacuna.

Glisso volutamente su Corvino e sulla proprietà, dei quali parlerò a fine campionato.

Adesso a Firenze arriverà il Napoli, seguito come minimo da 5-6.000 tifosi. Non sarà facile neppure sedersi allo stadio.

Ricordo nei primi anni del nuovo millennio, quando i romanisti venivano a Firenze, sfondavano i cancelli in Maratona e rubavano il posto ai nostri abbonati che talvolta venivano anche malmenati.

Ricordo soprattutto lo sdegno del 3 maggio 2014, a Roma per la finale di Coppa Italia contro il Napoli.

Ero lì, partito alle 8 di mattina per mangiare fuori a pranzo con amici e sperare in quella “coppuccia”.

Ricordo che dovetti parcheggiare la macchina a 4 km dallo stadio e che le navette non partivano: “Tanto potemo fa’ solo 500 metri, poi ce fermeno… che cazzo mettemo in moto a fa’! Fateve ‘na passeggiata…”.

Ricordo alcuni “infiltrati” che ci urlavano: “Avete ammazzato un napoletano!” e la paura che serpeggiava. I telefoni non prendevano e le notizie arrivavano frammentarie.

Non si era capito subito che i fiorentini erano totalmente estranei alla situazione, anzi. Alcuni nostri pullman erano anche stati follemente aggrediti.

Una volta lì quell’osceno show di quel camorrista che non voglio neppure nominare, quei minuti interminabili di attesa.

Quel “divieto di tifo” che ci fu imposto per rispetto di un ragazzo che stava lottando tra la vita e la morte, proprio a me, che per una volta avevo voglia di cantare.

Una squadra messa in campo in modo idiota da un allenatore presuntuoso, una partita quasi clamorosamente ripresa ma sciupata da Ilicic a pochi secondi dalla fine.

E il loro urlo finale, quando ebbero addirittura il coraggio di invadere il campo e venire ad esultare sotto il nostro settore, umiliandoci.

Il rispetto dimostrato quella sera ci è valso un paio di begli striscioni in curva B gli anni successivi, anche se nel settore ospiti del San Paolo il piscio e gli sputi continuavano regolarmente ad arrivare.

Sì lo so. La Juventus negli anni ci ha privati dei nostri migliori calciatori, ci ha totalmente scippato uno scudetto, una coppa Uuefa. Sogni che a noi potevano essere infranti secondo il codice Buffon evidentemente.

Sì lo so. Moggi, Giraudo e Bettega hanno distrutto il nostro sport preferito, trasformandolo in un sistema al quale tutti rimasero assoggettati e noi come al solito “becchi e bastonati”.

Lo so che chiunque di noi, pur avendo ben chiara la storia del calcio, preferirebbe chiunque campione d’Italia al posto della Juve, Napoli compreso.

Però “NOI TIFIAMO NOI”.

La Fiorentina viene prima di tutto, non dimenticatelo.

Se vinceranno con merito li applaudiremo e forse potremo pensare a quella sconfitta come una sconfitta meno amara del solito.

Ma finché gioca la Fiorentina, qui si sostiene la Fiorentina.

Chi avesse barcollato anche solo per un attimo, si dia uno schiaffo, tiri fuori i soldi e venga a vedersi la partita, convinto che da casa nostra non debba mai passare nessuno.

Difendiamo i nostri colori e il nostro stadio!

Dario Del Gobbo

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