IMPRUNETA –  Andrea Poglietelli, diciottenne imprunetino, ha da poco ricevuto una notizia che potrebbe cambiargli la vita. Tutto è iniziato dalla decisione di giocare a football americano tre anni fa.

“La scelta di iniziare a giocare a football risale a tre anni fa – inizia a raccontarci Andrea – ho sempre desiderato praticare uno sport di contatto invece del classico calcio”.

“Inizialmente avevo pensato al rugby – ricorda – poi vidi su Facebook qualcosa che catturò subito la mia attenzione: il football americano”.

Andrea così contatta subito il team Guelfi Firenze: e dalla prima volta che ha indossato casco e paraspalle è stato amore a prima vista.

“La prima partita la ricordo come se fosse ora – ricorda emozionato – a Roma nella giovanile Under 16 dei Guelfi Firenze, nella quale feci i miei primi placcaggi. Vincemmo all’overtime e appena l’arbitro alzò la palla ovale al cielo fischiando tre volte, io e i miei compagni cominciammo a piangere di gioia: fu bellissimo”.

L’anno successivo, nel 2017, Andrea passa di categoria negli Under 19, ritrovandosi contro giocatori più grandi di lui, allora diciassettenne. E sebbene sia stato un campionato da dimenticare le statistiche individuali erano positive: Andrea fu premiato dalla squadra miglior Under 19.

“Terminata la stagione – continua – ho firmato il prestito con i Trappers Cecina, per giocare il campionato italiano di Terza Divisione. Qui mi sono fatto una bella esperienza, giocando per la prima volta contro i grandi”.

Poi, pochissimi giorni fa, la notizia inaspettata: la convocazione per la nazionale di football americano.

Il suo segreto? “Cerco di essere sempre presente ad ogni allenamento – risponde sicuro – ed eseguo ogni esercizio al massimo. Ma soprattutto faccio ciò che più amo: giocare a football”.

“Il mio sogno più grande? Quello di andare in America a giocare football – conclude – e spero che un giorno si possa realizzare: intanto devo migliorarmi e giocare sempre meglio in Italia, puntando a giocare titolare in Serie A con i Guelfi Firenze. Poi chissà…”.

Costanza Masini

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