BARBERINO VAL D’ELSA – Non sarà uno spettacolo come quelli che ha già messo in scena già una decina di volte tra la Val d’Elsa, Firenze, Massa, La Spezia. Ci sarà qualcosa di diverso. Un fremito. Un’emozione in più.

Il prossimo 1 marzo Francesco Mattonai, classe 1983, porterà infatti il suo monologo su Marco Pantani, “Il richiamo della salita”, proprio a casa del Pirata, nella sua Cesenatico.

SportChianti ha incontrato Francesco in un giorno speciale: oggi, 14 febbraio 2019, sono 15 anni che Marco non c’è più. Da quando venne ritrovato senza vita in un residence della riviera romagnola.

Per una morte che, nonostante le verità giudiziarie, ancora oggi vede moltissimi non credere alla versione ufficiale. In primis la famiglia di Pantani stesso. Ma Francesco guarda oltre a questo, guarda al Pantani uomo e atleta: e ce lo spiega con passione ed entusiasmo.

Francesco, innanzi tutto… presentati.

“Ho frequentato corsi di scrittura presso la scuola Holden di Torino e corsi di recitazione tenuti dagli attori di Arca Azzurra. Da 2011 collaboro col Teatro Regina Margherita dove presento gli spettacoli della Compagnia TeAltro, di cui sono spesso autore e regista. dal 2016, con questo monologo, ho intrapreso il percorso del teatro di Narrazione. “Il richiamo della Salita”, storia di Marco Pantani è già stato rappresentato più di 10 volte”.

Perché uno spettacolo teatrale su Marco Pantani?

“Non sono il primo ad aver portato in scena la storia del Pirata, ma molti si concentrano sul tragico finale, io invece sono sempre rimasto affascinato dall’irregolarità della sua carriera: un enorme talento, ma con pochissime vittorie. La forza di Pantani non era nei suoi successi. La scintilla è stata vedere la reazione del pubblico nei video di repertorio: come se in bici stesse passando una rock star”.

Cosa significa per te portarlo a Cesenatico?

“E’ il coronamento di un lavoro che ormai porto avanti da tre anni. Il sogno proibito per un’opera nata fuori dai grandi circuiti teatrali. Al contempo, sapere che in sala ci saranno amici e familiari di Marco già mi emoziona. Però ad altre repliche sono venuti ex compagni di Pantani e il loro plauso mi fa partire più tranquillo. Sto cercando di vivermi questa esperienza al meglio, infatti sto pensando anche ad un paio di “extra” per questa replica a Cesenatico, ma li svelerò se andranno in porto”.

Hai avuto contatti con i familiari di Marco?

“A Cesenatico da anni esiste una Onlus e uno Spazio dedicati a Pantani, gestiti dalla famiglia. Appena ho avuto la certezza di realizzare questa opera li ho contattati, tramite la Onlus, e nel tempo si è instaurato un rapporto cordiale e interessato, che mi ha portato ad ottenere lo scorso anno il patrocinio della famiglia. Da lì si è messa in moto anche la possibilità di andare a Cesenatico”.

Quali i “cardini” del tuo monologo?

“Sta tutto nel titolo: “Il richiamo della Salita”. Ripercorro la carriera di Marco, mettendo in evidenza come fin dagli inizi gli episodi più esaltanti, come quelli più duri, siano legati alla presenza di una montagna, reale o simbolica, da scalare; e come Pantani traesse forza, nonostante un carattere complicato, da questi ostacoli. E’ uno spettacolo sulla vita, infatti gli ultimi cupi anni li tratto come perdita di questo legame magico con la salita”.

Il trailer dello spettacolo

Come vorresti venisse ricordato Pantani?

“Come un ciclista, non come una caso di cronaca nera. Dico questo perché troppo spesso le persone a cui dico di questo spettacolo subito mi chiedono: come sarà morto? Invece per me è più importante come ha vissuto, tutto compreso, anche le sue ombre”.

Prossime date per vederti nelle nostre zone?

“La più vicina al momento è il 26 marzo al Teatro studio “Mila Pieralli” di Scandicci, tra l’altro il ricavato della serata andrà a sostenere i progetti proprio della Onlus Pantani. Due giorni dopo sarò a Seravezza, in provincia di Lucca, in un cartellone dedicato tutto al teatro di narrazione. Poi quest’anno il Giro d’Italia torna a passare dalla Val d’Elsa, spero di accompagnarlo a modo mio”.

Matteo Pucci

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