Paolo Indiani con il consigliere del San Donato Tavarnelle Luigi Rodani

TAVARNELLE (BARBERINO TAVARNELLE) – E’ un Paolo Indiani con le idee molto chiare quello che si presenta all’inizio del suo percorso da tecnico del San Donato Tavarnelle.

Rasato di fresco, polo della società, accanto a lui il consigliere Luigi Rodani (il presidente Andrea Bacci è fuori per qualche giorno di vacanza), Indiani non si nasconde. E parla chiaro.

“Iniziamo questa avventura con piacere – esordisce – Mi hanno convinto presidente in primis e, naturalmente, tutti gli altri consiglieri. Credo di aver trovato una società giovane ma in ascesa, già consolidata in questa categoria da diversi anni. Faremo di tutto per aumentarne il valore, cercando di migliorare le classifiche degli anni precedenti”.

“Vorrei insistere sul ringraziamento alla proprietà – tiene a dire – Hanno fatto tutto quello che era loro possibile per portarmi qua; e a un allenatore fa sempre piacere. Anche la presenza di Egidio Bicchierai come direttore sportivo ha ovviamente aiutato: ho già lavorato, bene, insieme a lui”.

Appunto, il mercato, chiediamo subito a che punto si sia: “Il ds sta lavorando. A breve inizieranno le comunicazioni in merito. Almeno tre conferme e qualche annuncio di nuovi arrivi”.

Ma durante la chiacchierata due conferme pesanti vengono ufficializzate, quelle di Matteo Caciagli e Francesco Frosali.

Paolo Indiani, nuovo allenatore del San Donato Tavarnelle

“Rivoluzione o continuità? Ritenevo il San Donato Tavarnelle già una squadra importante lo scorso anno – risponde Indiani – Lungi da me l’idea di fare una rivoluzione. Poi a volte, si sa, nelle trattative sono tante le variabili. A battuta con il direttore sportivo si diceva che saremmo stati contenti a tenere tutti”.

“Che situazione mi aspetto a livello generale? Onestamente non lo so – dice Indiani – dipende da quando partiremo, la preparazione la inizieremo con giocatori fermi da 5-6 mesi. Mi auguro che noi si parta avvantaggiati grazie alla solidità societaria”.

Sugli obiettivi è chiaro. Si punta alla vetta: “Arrivare più in alto possibile. Sono venuto qui per fare molto meglio, un campionato di alta classifica; spero e sono convinto di poterlo fare. Già negli anni precedenti il San Donato Tavarnelle ha allestito squadre ambiziose. Per scendere dai professionisti servono società di questo livello. E va fatto, lo ripeto, un discorso di alta classifica”.

Anche sulla ormai atavica assenza dal San Donato Tavarnelle di un vero bomber, un centravanti-simbolo che faccia la differenza, Indiani è chiaro: “Credo sia molto importante. Nelle mie squadre ho sempre cercato di avere un primo attaccante. Tenteremo di colmare questa lacuna. Anche su questo vale il discorso fatto in precedenza. Aspetto tecnico ed economico. Ma la ricerca c’è ed è prioritaria”.

Poi si parla di conferme: come quelle, pesanti, che vengono ufficializzate “in diretta”, di Matteo Caciagli a centrocampo e Francesco Frosali in difesa. Altre verranno annunciate nei prossimi giorni. “Tetteh? E’ un altro che vogliamo tenere”.

Anche il suo lo staff è da ufficializzare. E anche su questo Indiani mostra pochi fronzoli e molta sostanza: “Bastano tre persone brave: un collaboratore, un preparatore atletico e un preparatore dei portieri”.

Sull’avvicinare i tifosi al “Leonardo Pianigiani”: “Per portarli allo stadio servono sempre i risultati, ma vorrei anche giocare bene. Non avendo grosse pressioni o obblighi, il dover vincere per forza, punto anche su questo. Sul gioco”.

Chiudiamo chiedendo se e quanto pensa di vivere la realtà locale, sandonatina e tavarnellina: “E’ importante farlo, essere presenti. Ma non esageriamo nel senso opposto. Quello che è squadra e spogliatoio deve rimanere in squadra e spogliatoio”.

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