Ero molto rabbuiato dopo la sconfitta in coppa Italia.

La Fiorentina aveva lottato con grande grinta, ma non era bastata. Del resto, gli 11 in campo non erano esattamente il Brasile.

“Se solo avessimo avuto un difensore e un centrocampista in più, magari…”, pensavo.

E dentro di me rimuginavo pensando all’odioso Pradè, un DS che non mi è mai piaciuto.

Ricordavo i tempi di Corvino, gli ultimi soprattutto. Con rose di una pochezza inumana, ma quantomeno numericamente equilibrate.

Due terzini per parte (regolarmente i peggiori d’Italia o quasi come Milic e Maxi Olivera), 5 o 6 centrocampisti (come Cristoforo), 4 o 5 attaccanti (roba tipo Falcinelli e Gil Dias).

La paura di essere presi in giro nuovamente c’è sempre, quando ti innamori di nuovo.

E questa paura mi faceva pensare a cose che più che col cervello sembravano uscite da un’altra parte del mio corpo.

Poi per fortuna è arrivato il 31 gennaio.

Quel 31 gennaio che aspetti da almeno 5 o 6 anni, che ti fa dimenticare subito un inutile e passeggero quarto di finale di Coppa Italia, perso per una ca..ata di giocatori che probabilmente non rivedrai più.

Che ti convince che stavolta hai fatto bene a fidarti. Almeno per ora.

Un giorno speciale, dove il tuo nuovo presidente decide che è l’ora di spendere 80 milioni di euro circa, per rafforzarti con ben 6 nuovi acquisti. Nessun nome clamoroso certo, ma nessun acquisto banale.

Mi sforzo di capire un po’ coloro che storcono il naso.

È vero che stiamo parlando di tutti ragazzi giovani, che arrivano per giunta da squadre in lotta per la retrocessione o quasi.

Ma abbiamo schivato dei pacchi pietosi e costosi del livello di Laxalt o Juan Jesus, non so se per fortuna o per scelta. Abbiamo preso calciatori che hanno grandi potenzialità. Che sono costati tanto, forse troppo. Ma per la prima volta dopo tanti anni possiamo parlare di reali investimenti.

Pradè stava quindi lavorando, non stava dormendo come intimamente pensavo.

Il lavoro svolto è stato buono. Questo mercato merita un voto alto per più motivi.

In primis ci assicura una tranquilla salvezza quest’anno (toccatevi nelle parti più intime, ma Duncan, Igor, Agudelo e Cutrone saranno più che sufficienti per non rischiare più di scendere troppo in basso), in secundis prepara il campo per la prossima stagione con maggior qualità (Amrabat e Kouamé).

E non dimentichiamo che va a cancellare ed a rimediare quello terrificante di agosto, sul quale Pradè si è accollato le proprie colpe senza nascondersi.

Siamo riusciti a lavorare di prospettiva, cercando di fare calcio e di farlo attraverso calciatori che già conoscono il nostro campionato, ragazzi che hanno qualità e che sono convinto potranno crescere molto.

Ma non posso dimenticare che sono bene o male pur sempre delle scommesse.

Alcune facili, altre meno facili. In bocca al lupo ragazzi, ora si comincia per davvero.

Dario Del Gobbo

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