Alessandro Poli e Leonardo Saccardi

SAN CASCIANO – Avete presenti quelle amicizie vere e spontanee che si coltivano fin da piccoli e rimangono salde e forti anche quando si è più grandi?

Ecco! I protagonisti di oggi sono proprio due sancascianesi doc, amici da una vita, che nel mondo del calcio hanno curiosamente tantissime cose in comune.

Entrambi hanno infatti iniziato a muovere i loro primi passi su un campo da calcio proprio nella Sancascianese per poi accasarsi nelle giovanili della Fiorentina.

Terminata l’esperienza in Viola, si sono poi trasferiti nello Scandicci dove ormai da qualche anno militano insieme nella prima squadra in Serie D.

Ecco a voi dunque in un’inedita intervista doppia Leonardo Saccardi (classe 1998) ed Alessandro Poli (classe 1999).

Ragazzi, la somiglianza delle vostre carriere calcistiche è impressionante: inizi nella Sancascianese, il passaggio alla Fiorentina ed infine l’approdo a Scandicci dove militare tuttora nella rosa della Serie D. Quanto è stato emozionante il passaggio in maglia Viola? Eravate stati contattati anche da altre società?

Leo: “È stata un’emozione pazzesca anche perché a quell’età pensi solo a divertiti e non di certo ad una chiamata della Fiorentina. Quell’anno ho avuto offerte anche da Empoli, Livorno e Prato ma, naturalmente, non ho mai avuto dubbi e la scelta è stata piuttosto semplice”.

Ale: “Il passaggio in maglia viola a 8 anni è il desiderio di ogni bambino che nel nostro territorio inizia a dare calci ad un pallone, per cui l’emozione fu davvero incredibile. Ricordo che la mia famiglia mi comunicò che ero stato preso dai Viola solo al termine della stagione quando in realtà mi cercavano già da dicembre. C’era anche l’interessamento di altre società tra cui Prato ed Empoli ma quando ti chiama la Fiorentina a quell’età, rifiutare è una follia”.

Quante stagioni avete trascorso con la maglia della Fiorentina? Quale è il vostro ricordo più bello in maglia Viola?

Leo: “Ho avuto l’onore di indossare quella maglia per sette anni prima di passare allo Scandicci. Di ricordi belli ne ho tanti, però se dovessi sceglierne uno sarebbe sicuramente il torneo vinto a Capezzano. Lo ricordo con particolare entusiasmo perché riuscii a segnare il gol vittoria in finale contro la mia squadra del cuore: l’Inter. Pazzesco!”.

Ale: “Ho trascorso con la maglia viola cinque stagioni. Il ricordo più bello è sicuramente l’ultimo anno in cui fui convocato per un torneo internazionale in Spagna. Lì ebbi il piacere di affrontare squadre del calibro di Real Madrid e Barcellona. Notai subito come in Spagna nelle giovanili cerchino di dare fin da piccoli un’identità di gioco che assomigli il più possibile a quella della prima squadra. È questo, a mio avviso, il motivo per cui riescono ad arrivare molti più ragazzi della “cantera” nel calcio dei grandi. Quel torneo è per me un ricordo indelebile”.

Avete avuto modo di condividere lo spogliatoio con vostri ex compagni di squadra che oggi militano nei professionisti?

Leo: “Sfortunatamente nessuno dei miei coetanei è riuscito a fare il vero salto di qualitá. Tuttavia, ho avuto la fortuna di giocare diverse partite assieme a Federico Chiesa perché, curiosamente, con i suoi coetanei non giocava mai e quindi “scendeva” spesso a giocare con i classe ’98.”

Ale: “Ho avuto la fortuna di giocare per quattro anni con l’astro nascente del calcio italiano, il giocatore del momento: Nicolò Zaniolo. Di lui ricordo una qualità in particolare: quella di riuscire a trasformare anche l’azione più innocua in una chiara occasione da gol con un passaggio decisivo o con una giocata individuale da vero fuoriclasse”.

Quest’anno siete stati avvistati a numerose partite della vostra amata Sancascianese, tra cui anche trasferte abbastanza lontane come Casole e Pistoia, come giudicate la Sancascianese di oggi e che rapporto avete con la società in cui avete iniziato a tirare i primi calci al pallone?

Leo: “È vero, quando abbiamo la possibilità facciamo di tutto per seguire la nostra Sanca ed ogni tanto andiamo perfino a vedere l’allenamento. La Sancascianese di oggi è una squadra divertente, giovane ma soprattutto fatta quasi interamente da ragazzi del paese e tutto ciò ha ridato movimento all’ambiente ed ha riportato tantissima gente allo stadio. Basti vedere il pubblico del quarto di fFinale di Coppa Toscana.”

Ale: “La Sancascianese di oggi è una società che dopo gli ultimi anni frastagliati di difficoltà si sta finalmente rimettendo in sesto e coi piedi per terra sta ricostruendo gradualmente il suo futuro. Vedo un futuro roseo per questa società come stanno già dimostrando i risultati di questa stagione. Il rapporto che ho con la società è stupendo e di questo devo ringraziare mio nonno, nonché super tifoso gialloverde Egisto Becciolini che come dice lui mi ha cresciuto “a pane e Sanca”, portandomi tutte le domeniche a sostenerla allo stadio”.

Tanti tifosi sognano per il futuro di rivedervi con la maglia della Sancascianese, impossibile?

Leo: “(ride n.d.r.) Al momento dico che è impossibile per il semplice fatto che giocare in Serie D negli ultimi anni è stato il mio sogno e adesso che ho questa opportunità voglio giocarmela fino alla fine. In un futuro però posso dare la mia parola ai tifosi: tornerò sicuramente a casa”.

Ale: “Nulla è impossibile! È innegabile: il cuore è gialloverde. Questi colori li porto sempre con me e la Sancascianese è la prima squadra di cui la domenica alle 5 chiedo il risultato. Credo di aver detto tutto”.

Come stanno andando queste stagioni in Serie D? Siete soddisfatti?

Leo: “Nel complesso stanno andando bene. L’anno scorso abbiamo fatto un miracolo sportivo riuscendo a salvarci quando tutti ormai ci davano per spacciati. Quest’anno la situazione è molto simile: abbiamo iniziato male raccogliendo pochi punti però adesso stiamo migliorando giornata dopo giornata. Personalmente sono contento di questa stagione corrente: mi manca un solo gol per raggiungere l’obiettivo che mi ero prefissato e spero di segnarlo il prima possibile”.

Ale: “La stagione quest’anno dopo un avvio difficile si sta rimettendo per il verso giusto anche se ancora c’è molto da lottare per ottenere la salvezza evitando i play out. Tuttavia sono molto fiducioso perché la squadra sta trovando la quadratura giusta!”.

Il vostro ricordo più bello da quando vestite la maglia della prima squadra?

Leo: “L’emozione che provi quando segni gol, soprattutto pesanti, è sempre forte. Però non posso non scegliere il momento del triplice fischio a Rignano dello scorso anno, che ha sancito la nostra sofferta ma meritata salvezza”.

Ale: “Il ricordo più bello è senza ombra di dubbio la finale play out dello scorso anno, dove ottenemmo la salvezza dopo una miracolosa rimonta che ci vide chiudere il girone di andata con soli 8 punti. Vincemmo 2-0 e realizzai il secondo gol. Emozione indescrivibile”.

Ormai giocate assieme da diverso tempo, dateci un giudizio tecnico l’uno sull’altro ma sopratutto confidateci una dote che invidiate al vostro compagno di squadra all’interno del rettangolo di gioco.

Leo: “Premetto che i miei elogi sono davvero sinceri. Parlare male di Ale è davvero difficile sia tecnicamente che tatticamente. È sempre al posto giusto ed al momento giusto. Sorprendentemente impressionante. E poi corre davvero tanto, instancabile: si parla di circa 11-12 km a partita, proprio come un vero professionista”.

Ale: “Leonardo è un giocatore fortissimo nell’uno contro uno. Ha una qualità tecnica indiscutibile. Inoltre è capace di sfruttare al meglio gli spazi che si aprono nella difesa avversaria in modo formidabile: con inserimenti decisivi che riesce a trasformare in gol con una glaciale freddezza. Una dote che sicuramente gli invidio è nel suo modo di subentrare a partita in corso e spaccare le partite. Non è mai facile entrare subentrando dalla panchina, ma quando lo fa Leo spesso è anche decisivo”.

Non ci resta altro che augurare le migliori fortune a questa coppia di amici per il proseguo della loro carriera nel mondo del calcio.

E magari, chissà, forse un giorno racconteremo le loro gesta proprio in maglia gialloverde!

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