TAVARNELLE – E’ un Roberto Malotti sereno quello che durante la cena di fine anno del San Donato Tavarnelle di martedì 22 maggio, dopo che il presidente Andrea Bacci ha annunciato la sua decisione di non rimanere per la stagione 2018/19, sale sul palco per il suo saluto.

Ai ragazzi, alla società, ai tifosi (che lo acclamano chiedendogli di restare): a una comunità in cui nei cinque mesi in cui Malotti ha allenato (è arrivato per sostituire Simone Marmorini) si è letteralmente sentito a casa.

“Un mio giocatore – ha detto Malotti – Giulio Giordani, ha detto che qui a Tavarnelle non veniamo al campo solo a giocare, ma perché ci piace stare insieme. Fra di noi e con tutto quello che ci circonda: parole che ci fanno capire quello che abbiamo vissuto in cinque mesi, la formula vincente per risultarti importanti”.

“Un grazie di cuore alla società – ha proseguito – fatta di persone perbene, che mi ha subito accolto come si deve e con la quale abbiamo instaurato un rapporto di stima reciproca. Grazie ai miei collaboratori, al paese, alle persone che ci sono state vicino. In testa a tutto metto però i miei ragazzi”.

“Con loro – ha detto ancora concludendo – ho condiviso qualcosa che va al di là di una vittoria. Un qualcosa che mi rimarrà impresso per sempre. Mi sento debitore nei loro confronti: mi hanno fatto sentire troppo spesso un allenatore e un uomo migliore”.

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