A sinistra Nicola Pozzi, a destra il presidente del San Donato Tavarnelle Andrea Bacci

TAVARNELLE – L’appuntamento è per pranzo. Caffè Italia o… “dall’Irene” come si dice a Tavarnelle.

Prima arriva il presidente del San Donato Tavarnelle, Andrea Bacci. Poi, sulla sua Mini bianca, Nicola Pozzi.

Ci sediamo mentre si aggiunge anche il “super jolly” Marco Picascia: alle 12 infatti, prima dell’allenamento, molti giocatori pranzano nei locali tavarnellini. Alle 14.30 ci si allena.

C’è anche chi ormai si è appassionato alle partite di briscola dell’Mcl, “ma solo come spettatore – dice Picascia sorridendo – che quelli sono professionisti!”.

L’occasione è quella di una chiacchierata con il bomber, ritrovato negli ultimi mesi dopo un inizio a singhiozzo, alla vigilia della super sfida di Coppa Italia di mercoledì 25 aprile al “Pianigiani”, contro il Potenza. E l’1-1 in trasferta dell’andata autorizza a sognare.

Allora Pozzi, dalla Serie A a Tavarnelle… se l’aspettava così questa realtà?

“Direi proprio di sì, un bellissimo ambiente familiare”.

La svolta della stagione è stata sicuramente agevolata dal cambio in panchina: da Simone Marmorini, molta teoria e studio, a Roberto Malotti, ovvero gruppo, carica e pragmatismo. Le cosa ne pensa?

“La squadra molto bene, visto che ha infilato un bel filotto di risultati che ci hanno permesso di raggiungere l’obiettivo salvezza con alcune giornate in anticipo. E adesso di viverci il sogno della Coppa Italia. Tatticamente essere passati dalla difesa a 4 a quella a 3, con i due esterni che si muovono bene, è stata la mossa giusta: più solidi, conreti, magari meno belli. Ma pochi gol presi e più punti fatti”.

E per lei cosa ha rappresentato l’arrivo di Malotti?

“Lui è un vero specialista nel prendere le squadre in corsa, da situazioni complicate. E’ uno che sta sempre sul pezzo, impressionante, tanto che non saprei se potrebbe reggere in quel modo per una stagione intera, iniziando dal ritiro. Io non posso che ringraziarlo, perché mi ha fatto giocare con continuità. E con la continuità sono arrivate anche le reti (5 in 7 partite, n.d.r.)”.

Insomma, Pozzi è uno che non… se la tira. Si è calato nella Serie D con curiosità, umiltà ed entusiasmo. Basta vedere con quale foga esulti dopo una rete segnata.

E nello spogliatoio non fa pesare né le presenze di Serie A né il “blasone”: anche perché poi in campo si è al fianco dei compagni e di fronte a undici avversari. Quale che sia la categoria. Quale che sia il tuo passato.

A proposito di spogliatoio, che clima si respira?

“Un clima di tranquillità. La salvezza anticipata ci ha dato grande serenità. Domenica onoreremo l’impegno a Lavagna ma l’obiettivo, è inutile negarlo, è centrato sulla seminfinale di ritorno di Coppa”.

Ci sono compagni che l’hanno sorpresa in positivo? Nei quali lei, che ha militato nelle massime categorie, potrebbe scommettere?

“Ci sono giocatori che potrebbero tranquillamente ambire a categorie superiori, senza alcun problema. Nomi? Posso dire Regoli. O Cela. Per tutti però vale una regola: serve continuità, bisogna giocare decine di partite ad alti livelli. Allora sì che sei pronto per fare il salto. Poi, ovviamente, serve essere al posto giusto al momento giusto”.

La vediamo bello carico. L’aria di Tavarnelle le ha dato entusiasmo?

“Da quando ho iniziato a entrare in condizione e a giocare con continuità sono tornato a divertirmi”.

Non cita mai, con eleganza, mister Marmorini. Ma non è un mistero che con lui Pozzi non sia riuscito a entrare in sintonia.

Ma ormai è acqua passata (anche se con grande signorilità, dopo il pareggio a Potenza, il presidente Bacci ha mandato un affettuoso messaggio al mister precedente): oggi c’è da guardare avanti.

A mercoledì prossimo, anche se c’è un polpaccio che fa un po’ tribolare il bomber ligure: “E’ successo che mi hanno rubato le scarpe dallo spogliatoio – ci dice – e non mi sono arrabbiato per le scarpe, quando per il plantare fatto su misura che mi accompagna da anni. L’essermi allenato senza plantare per i due giorni successivi mi ha causato in indurimento, ma spero di poter essere pronto per mercoledì”.

Poi però ci sarà da iniziare a pensare dove giocherà il prossimo anno. A Tavarnelle?

“Posso sicuramente dire che la prima società con la quale mi siederò a parlare sarà questa”.

Matteo Pucci

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