IMPRUNETA – Dopo quattro anni dalla nostra ultima chiacchierata con Tiziano Verniani, imprunetino, lo abbiamo incontrato (virtualmente) in occasione di un altro grande successo che costella la sua carriera.

Abbiamo incontrato Tiziano per la prima volta nel 2014 (clicca qui per leggere l’articolo), quando ci raccontò da dove era nata la sua passione per la moto e tutto il suo percorso fino a quel momento come primo meccanico del team del pilota di MotoGP Danilo Petrucci.

Lo abbiamo rincontrato due anni dopo, nel 2016, per scrivere della sua creazione: la Rolling Bike (clicca qui per leggere l’articolo).

Oggi, in collegamento telefonico dal Portogallo, ci ha aggiornati sugli ultimi anni e sull’ultimo traguardo: la vittoria del pilota Joan Mir nella Moto GP con la Suzuki, per la quali Tiziano lavora dal 2018.

“Se devo essere onesto – inizia a raccontarci Tiziano – questa non è stata una vittoria del tutto inaspettata. Certo, non eravamo sicuri di vincere, ma avevamo buone possibilità e così è stato”.

Un grandissimo traguardo per la Suzuki che non vinceva il mondiale in Moto GP dal 2000.

“Sicuramente – ammette – questa vittoria rappresenta una grande soddisfazione sia per il team Suzuki, sia mia personale. E’ infatti la seconda volta che “vinco” un mondiale, la prima è stata nel 2010 con Max Biaggi con l’Aprilia. Se ci ripenso mi emoziono ancora”.

“Dal 2018 sono entrato nel team Suzuki come meccanico nel Test Team – aggiunge – ovvero la squadra che si occupa di ricerca e sviluppo. Nel test team sono l’unico italiano meccanico, sono tutti giapponesi. Mi trovo molto bene a lavorare con loro, sono metodici proprio come me”.

“Poi – prosegue – in verità, sono un po’ il meccanico jolly della squadra, vado dove mi chiamano e c’è bisogno. Infatti in queste gare lavorerò con l’altro pilota, Alex Rins”.

“Quest’anno – dice ancora- è stato un po’ particolare a causa dell’emergenza Covid-19. Abbiamo fatto meno test e ci siamo spostati meno. Il lato positivo è che ho avuto più tempo per stare con la mia famiglia”

Tiziano infatti è padre di due figli, Victoria di 11 anni e Daniel, 6 anni e a entrambi ha trasmesso in qualche maniera la sua passione.

“Mia figlia segue molto le gare ed è molto informata. Inoltre è appassionata di bici, cosa molto strana per una bambina. Tempo fa in un tema di classe ha scritto che amava fare le impennate in bici..non sapevo se ridere o preoccuparmi” ci confessa ridendo.

“Anche Daniel è appassionato di gare – continua – le guardiamo sempre insieme. Essendo molto piccolo ogni volta che vede una moto o motorino blu pensa sempre sia della Suzuki. Prima di partire mi ha promesso di portargli una maglia della Suzuki e non appena ho messo piede in Portogallo è stata la mia prima preoccupazione”.

“Gli ho trovato una taglia S -ride- ma sarà troppo grande, appena torno la porterò a mia madre per farla adeguare. Cosa non si fa per i figli…” conclude sospirando.

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