SAN CASCIANO – Ben riuscito “Non solo per sport”, l’incontro organizzato dalla Consulta dei Giovani di San Casciano, che si è svolto sabato 22 febbraio all’auditorium di ChiantiBanca.

L’iniziativa, pensata come un’occasione per ascoltare le storie sportive, a livello agonistico e professionistico, di sei atleti del nostro territorio, ha visto la partecipazione di un pubblico numeroso, nel quale erano presenti anche il sindaco di San Casciano Roberto Ciappi e l’assessore allo sport Maura Masini.

Hanno raccontato le loro esperienze nel mondo dello sport la ginnasta Sara Bartoli, il calciatore Francesco Mocarelli, i nuotatori Filippo Megli e Filippo Bianchi, il tiratore a volo Filippo Maria Boncompagni e la giocatrice di pallacanestro Irene Ruffini.

Ad accomunare le loro sei diverse storie sportive una grande passione per il proprio sport, capacità e talento, accompagnati costantemente da tanta determinazione e da altrettanto sacrificio.

Una passione iniziata per la maggior parte di loro quando erano ancora piccoli, come Sara e Filippo Megli che già a cinque anni si trovavano in pedana e in vasca. O come Irene, che a sei anni giocava in campo con il minibasket.

“Avevo sei anni – racconta Irene – quando mi approcciai per la prima volta al minibasket sotto l’influenza dei miei genitori, che già facevano parte dell’ambiente. In poco tempo questo sport mi ha appassionata”.

Un inizio simile a un gioco, che anno dopo anno si è trasformato per gli atleti in una sfida con obiettivi e soddisfazioni da raggiungere.

Ma anche quando il gioco si fa duro, con allenamenti e competizioni sempre più frequenti, gli atleti hanno trovato il modo di dedicare tempo ai loro diversi impegni e, in particolare, allo studio.

“Quando a vent’anni giocavo da professionista – dice Francesco – riuscivo a proseguire i miei studi in economia aziendale e alla fine mi sono laureato. Non è stato affatto semplice, ma se si vuole un modo si trova”.

Sara, invece, ha praticato ginnastica ritmica a livello agonistico fino a diciassette anni. “Ogni giorno della settimana – racconta la ex ginnasta – i miei genitori mi portavano ad Arezzo per allenamenti che duravano circa tre ore. In pratica facevo i compiti e studiavo in macchina”.

“Testa e motivazione” secondo Filippo Megli sono necessarie per raggiungere i propri obiettivi e resistere alle inevitabili fatiche, sia fisiche che psicologiche e alle rinunce che seguono sempre lo sportivo ad alti livelli. Ma anche i genitori giocano un ruolo chiave…

“I genitori possono esercitare la loro influenza in due modi opposti – dice Filippo Boncompagni – come carta vincente, aiutano e sostengono il proprio figlio nei suoi impegni sportivi, motivandolo quando ce n’è bisogno. Altrimenti come carta perdente, forzandolo eccessivamente a inseguire un sogno che forse è il loro inappagato”.

Tra gli atleti c’è chi oggi continua a inseguire il proprio sogno sportivo, ma anche chi ha scelto di proseguire su una direzione diversa.

“Quando ho sentito che era il momento di smetterla ho detto basta al nuoto – conclude Filippo Bianchi, campione italiano paralimpico – perché lo sport mi aveva ridato quello che avevo perso e sentivo di aver raggiunto il mio obiettivo. Non avrei potuto fare una scelta migliore”.

Cosimo Ballini

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