Quello che andava fatto, in qualche modo è stato fatto.

Vorrei ricordarvi che abbiamo preso Giuseppe Iachini come allenatore, sempre che vi siate accorti.

Ecco, lo abbiamo preso perché ci servivano dei punti, perché ha un trascorso qui da noi di estrema generosità, non certo di tecnica né certo di “bellezza estetica” a livello calcistico, perché è un “duro”, perché avrebbe portato disciplina, grinta, sacrificio.

Alla Fiorentina servono punti, servono subito e servono soprattutto sporchi e immeritati, proprio come questi ultimi tre presi alla Spal.

Non abbiamo preso un allenatore di “proposta”, non abbiamo preso un allenatore votato all’attacco.

Non Malesani, non Terim.

Sì, la Fiorentina gioca molto male.

È molto impaurita e questo accade quando in rosa ci sono pochissimi uomini di personalità e di esperienza.

Ma ci tengono tutti tanto, a partire dal presidente che soffre per la squadra come tutti noi, forse anche di più.

Al gol di Pezzella siamo schizzati tutti insieme a baciare la fascia del nostro capitano, tifosi e calciatori tutti per terra per godersi un gol che era di platino, non d’oro.

Sarà bene quindi che la città capisca rapidamente che ci sarà da soffrire tanto e che il bel gioco non arriverà.

La Fiorentina non deve giocare bene, la Fiorentina deve solo e soltanto salvarsi. Col tempo Iachini avrà modo di lavorare più intensamente sui suoi meccanismi, ma quello che serve è soltanto il risultato.

Non avrete problemi spero nel godervi questi ennesimi ultimi 5 mesi di spettacolo indecoroso, dovreste esserne abituati oramai.

La Fiorentina è questa qui e gioca in questo modo lento e prevedibile dal secondo anno di Paulo Sousa, più o meno.

L’unica cosa che è giusto pretendere è che siano veramente gli ultimi mesi di sofferenza e che poi si pensi a fare grande questa squadra.

Col nuovo centro sportivo, con un progetto di nuovo stadio, con nuove idee ma soprattutto con dei dirigenti che sappiano esattamente cosa fare, che riescano a prendere quello che serve a questa squadra per spiccare il volo e tornare nel gruppo di quelle che giocano a calcio.

La delusione peggiore, al di là dei tanti giocatori che non stanno affatto rendendo, sono loro.

Non pretendo l’Europa per forza, mi accontenterei di ritornare a scrivere e parlare di Fiorentina con un minimo di gioia e di orgoglio, sensazioni che non provo davvero da troppo tempo.

Dario Del Gobbo

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