Stefano Calandra

SAN CASCIANO – C’è tanta amarezza da parte del San Casciano Basket nel commentare la sconfitta (80-65) della prima squadra (Divisione Regionale 2) dei San Casciano Knights in casa della Pallacanestro San Miniato.

Il motivo lo spiega la stessa società biancorossa, che affida ai suoi canali social, oltre che la riflessione sulla gara, un commento amarissimo su quanto accaduto sul campo di gioco.

“Vorremmo non dover mai scrivere di queste cose – premettono – ma quanto accaduto sabato scorso nell’incontro con San Miniato prevale sul racconto della partita. Premesso che la partita è stata meritatamente persa grazie ad un primo quarto da film “horror” dei nostri ragazzi, veramente irriconoscibili, che ne ha compromesso irrimediabilmente l’esito (32-12), è impossibile giustificare quanto è accaduto dopo nei successivi periodi”.

“Ovvero – accusa la società biancorossa – la continua costante provocazione da parte dell’allenatore avversario nei confronti del nostro coach, aggravata da insulti anche di genere. Che seppur ascoltati, non sono stati immediatamente puniti – anzi tollerati per tutto l’incontro – dagli arbitri, che però hanno inopinatamente comminato un fallo tecnico al nostro coach quando ha reagito (a meno di un minuto dal termine della partita) solo verbalmente e senza offendere”.

“E un atteggiamento supponente – rincarano – e sicuramente scortese da parte di un giocatore avversario nei confronti del nostro dirigente accompagnatore, persona mite e con oltre 30 anni di esperienza in panchina, che compostamente seduto nel posto a lui riservato dalla società ospitante è stato apostrofato in malo modo in quanto presunto ostacolo a una sua rimessa. Anche in questo caso l’arbitro a meno di un metro ha ritenuto di non dover intervenire”.

“A questi episodi – aggiunge la società sancascianese – vanno aggiunte le continue offese del pubblico ai nostri giocatori. Non vogliamo entrare infine nella valutazione (che tanto appassiona i tifosi) di presunti errori arbitrali nei confronti dei nostri giocatori, perché vogliamo sempre considerare che quand’anche fossero, fanno parte del gioco se compiuti in buona fede”.

“E se è vero che interagire con il pubblico per esortarlo a comportamenti consoni ad una sana competizione sportiva diventa sempre più difficile – proseguono – ci resta impossibile accettare che gli addetti ai lavori abbiano comportamenti disdicevoli come quelli patiti. E che questi siano non solo non sanzionati dagli arbitri, ma anche tollerati se non giustificati o addirittura incoraggiati dalla società. Perché è evidente che questi comportamenti si riflettono poi sugli atteggiamenti e comportamenti degli atleti e il rischio è che ruolo educativo dello sport diventi una mera affermazione di principio non supportata dai fatti”.

“Per quanto ci riguarda – sottolineano – il presidente e il consiglio BSC confermano la volontà di continuare a perseguire l’obiettivo di mantenere i comportamenti del proprio pubblico e della squadra nei limiti della correttezza e dell’educazione auspicando che finalmente anche le altre società perseguano gli stessi obiettivi, nell’interesse del nostro sport e dei nostri ragazzi”.

Per quanto riguarda la parte tecnica, è coach Stefano Calandra a commentare la sconfitta: “Partita complicata, loro molto aggressivi, noi molto disturbati dalla loro aggressività, non siamo riusciti a concretizzare azioni incisive”.

“Nel primo quarto – riprende – siamo stati indecorosi in difesa: infatti nonostante il piano partita prevedesse tra l’altro di non consentirgli tiri facili dalla distanza, il primo canestro per loro è stato proprio uno tiro da tre, e da lì ne abbiamo presi altri ancora in rapida successione. Negli altri tre quarti si sono viste invece buone cose difensive e offensive, ma purtroppo non influenti sul risultato, se approcciamo una partita finendo a -20 già nel primo quarto”.

“In questo modo – conclude il tecnico biancorosso – si vanifica il lavoro settimanale in palestra, e anche l’impegno che ci ha messo la società per permetterci di lavorare nelle migliori condizioni. Adesso con responsabilità e umiltà tornare a lavorare più determinati e “tosti” di prima!”.

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