SAN CASCIANO – C’è timore, come è ovvio che sia. Ma anche grande coraggio e voglia di sfidare il futuro.

Le scuole di danza sono fra le più colpite dallo stop causato dalla pandemia da Coronavirus. Con Stefania Belli, direttrice di Sancaballet, SportChianti fa una lunga chiacchierata piena di spunti, idee, prospettive.

Perché si deve guardare avanti. Sempre.

Stefania: come si sta evolvendo la situazione vista dal tuo osservatorio?

“Chiudere la scuola è stato un gran dispiacere, ma proprio in nome della sicurezza noi lo abbiamo fatto, potendo scegliere, quasi da subito ancora prima del lockdown, con grande senso di responsabilità e come dicevo, a malincuore. La notizia della chiusura è stato un duro colpo, anche perchè in prossimità di un grande evento organizzato da Sancaballet e Uisp Firenze, la Rassegna Piccole Donne a favore di Artemisia Onlus di Firenze, in programma al Teatro Niccolini la domenica 8 marzo. Erano iscritte 14 scuole da tutta la Toscana con oltre 150 allievi e tutto esaurito di pubblico. Un grande lavoro organizzativo sfumato in poche ore. Ovviamente non è stato annullato ma sospeso e verrà riproposto appena i teatri riapriranno. Credo comunque che dopo un primo momento di sconcerto un po’ di tutti, dovuto al precipitare della situazione, le cose si siano assestate. Le persone sono indubbiamente provate da questa situazione, però credo anche consapevoli che la gravità dei fatti richiedesse misure estreme . Insomma penso che la percezione delle persone sia che il sacrificio fatto non sia stato vano”.

Quale l’impatto del Coronavirus sulle scuole di danza e quali le prospettive?

“L’impatto sulle scuole di danza e sul tutto il comparto che riguarda l’arte coreutica è stato come potrete immaginare, molto forte, anche sotto il profilo economico. La regola del distanziamento sociale richiesto, rende tutto molto difficoltoso. Non impossibile, ma sicuramente più macchinoso; e sto parlando di lezioni di danza che abbracciano un po’ tutti gli stili. Per non parlare dei camerini/spogliatoi e degli spazi che in questa fase sarebbero consigliati molto ampi, sempre ben arieggiati e sanificati con frequenza. Lo spettacolo dal vivo in questa fase è penalizzato in egual misura. Ad oggi non abbiamo certezze sulla data di riapertura e sui protocolli che verranno previsti per le scuole di danza. Il danno economico per l’intero settore è enorme come lo è l’indotto. In Italia ci sono moltissime scuole e moltissimi danzatori in erba, che magari non ne faranno un lavoro, ma che seguono con dedizione e passione. Intorno al mondo delle scuole di danza, oltre ai maestri e coreografi ci sono tante figure importanti, anche in occasione dei Saggi, Concorsi e Rassegne: sarte, negozi di accessori e abbigliamento danza, tutti gli operatori dei teatri, i tecnici luce, musica, operatori video, fotografi, fiorai…”.

Cosa state facendo in questo momento? Formazione? Online? Riuscite a
tenere un contatto con gli allievi?

“Abbiamo iniziato da subito a dare piccole indicazioni ed esercizi da fare a casa, giochi per i più piccoli, ripasso delle coreografie in vista di un’apertura prossima, per tenere corpo e soprattutto mente occupata. Abbiamo sentito il bisogno di mantenere anche un contatto con gli allievi e le allieve che non abbiamo nemmeno potuto salutare. Con le lezioni scolastiche online e i compiti però non ci siamo sentite di dare loro troppo da fare; già la condizione non è tra le più rosee, ci siamo detti che avrebbero dovuto seguire le loro priorità. Speravamo che il richiamo della danza sarebbe stato prepotente ad un certo punto e così è stato. Ora stiamo lavorando ad un progetto che ha suscitato in loro grande entusiasmo: un video che ognuno di loro girerà a casa propria e che sarà successivamente montato in una specie di Saggio virtuale permettendoci di essere uniti, anche se solo su un supporto digitale, dallo stesso ritmo e passione. Va sottolineato però che qualsiasi modalità on-line non può sostituire ciò che facciamo in sala danza. Ci tengo a dire che tutto lo staff insegnanti ha collaborato con entusiasmo inviando video dalla loro casa, in primo luogo Margherita Mana (che ha risposto con Stefania a queste domande, n.d.r.), Andrea Kraken Fioravanti, Luca Led Miniati, Toufiq Sanzid ed i nostri collaboratori esterni Christian Wisp Perego e Nicola Giannellini“.

Cosa ti senti di dire proprio a loro? Alle allieve e agli allievi?

“Questo è ciò che vogliamo dire alle allieve e agli allievi. La danza ti obbliga a trovare soluzioni sempre perché è la sua natura: quando danzi trovi una soluzione personale, seguendo la tecnica certamente, affinché il tuo corpo che è diverso da altri, possa compiere quel preciso movimento. E’ questo che un danzatore fa, danza nonostante tutto. Non è da folli, al contrario. Sarebbe folle non danzare più, smettere di respirare o aver paura di tutto, sarebbe una resa. E noi siamo troppo impegnati a ballare per arrenderci. Ma questo loro lo sanno già; mi basta dire che questa è una situazione transitoria e come tale dobbiamo viverla, pronti per ricominciare. Se guardiamo indietro, la storia dei grandi ballerini ( per dirne uno Nurejev ) è stata spesso intrecciata a grandi difficoltà e nonostante tutto la Danza ha vinto”.

Come si guarda al futuro? Con una unione fra scuole? Facendo squadra?

“Il futuro si guarda con occhi ben aperti nel rispetto della salute di tutti e nella responsabilità che viene richiesta da sempre alla nostra attività. Andranno vagliati protocolli specifici, perlomeno all’inizio e serviranno molte “teste” con buone idee. Per un po’ dovremo adattarci a nuove regole, come avviene già nella vita quotidiana. In tutta onestà ho trovato molta collaborazione ed entusiasmo da parte di moltissimi colleghi che con piattaforme virtuali, petizioni in favore della categoria da recapitare alle istituzioni, o semplicemente con un scambio proficuo di informazioni, mi fanno ottimisticamente sperare in una ripresa, se non velocissima (come si fa a prevedere?) perlomeno agile, energetica e praticabile. Tutte le scuole di danza a livello nazionale si sono mosse per chiedere al Governo attenzione anche nel nostro settore. Si sono formati dei sotto-gruppi regionali e provinciali, nei quali alcune colleghe fanno da referenti con l’obbiettivo comune di far ripartire le scuole di Danza nel miglior modo e tempo possibili e dare un ordinamento migliore a questo settore che ha l’importante compito di formare i bambini e i giovani attraverso l’arte”.

Matteo Pucci

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