Il cartello che vedete ritratto in foto è comparso nel ritiro del Napoli. Per me ogni commento è supefluo (comunque sono curioso di sapere cosa ne pensate).

Che lo sport, il calcio in Italia in particolare, sia un businnes è un dato di fatto. Non ci si deve (purtroppo) sorprendere. Il mondo va in queste direzioni in settori ben più delicati dello sport (sanità in primis).

Che ci si debba rassegnare a cartelli come questo, o a quello che sta accadendo nel mondo dei diritti televisivi… anche no.

Ho un abbonamento a Mediaset Premium da anni e anni. Sono fra quelli a cui piace guardarsi una partita in tv. Seguire la squadra del cuore (l’Inter, lo ammetto…).

Da quest’anno con il disastro avvenuto nella vendita dei diritti stessi, Mesiaset Premium resta fuori, il 70% delle partite andrà su Sky, il 30% è andato a Perform, che le trasmetterà con la piattaforma Dazn.

Per i dettagli tecnici vi rimando a tanti articoli on line che potete già trovare sul tema: la sostanza è che si pagherà di più e che si dovrà quasi impazzire per rimettere insieme il tutto.

Riflettevo su tutto questo mentre discutevo con mia moglie dell’eventualità di rescindere il contratto con Mediaset Premium e attivare gli altri due.

E dalla riflessione è venuta fuori una (quasi) decisione: forse (ma per adesso più no che sì) farò Sky. Sicuramente non Dazn. Le partite che rimarranno fuori, anche nel caso ci sia la mia Inter, le seguirò in altro modo.

Magari con Tutto il calcio Minuto per Minuto. Magari tornando a vederle al bar, come ai tempi di Telepiù. Che, hai visto mai, si fanno anche due chiacchiere.

Ma, soprattutto, dopo averlo riscoperto vent’anni dopo aver smesso di frequentarlo, da quando è iniziata l’avventura di SportChianti, seguirò con ancor maggiore convinzione il “nostro” calcio.

Quello che va dalla Serie D alla Terza categoria del sabato (e alle giovanili). Fino agli Amatori. E invito tanti di voi ad abbonarsi alle partite della società del vostro paese: è un modo per sostenerle, e magari vi viene anche voglia di andare… a vederle.

Perché uno dei (pochi) poteri che ci sono rimasti è quello di essere consumatori. Ovvero di spendere quanto vogliamo e, soprattutto, dove vogliamo.

Non ci facciamo mettere l’anello al naso. E decidiamo con la nostra testa.

Matteo Pucci

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