Lo diceva Buddha già nel 1300 “l’unica costante della vita è il cambiamento”, anche il mondo riabilitativo sta cambiando, lentamente, ma lo sta facendo.

Leggendo la nostra rubrica vi sarete accorti che siamo soliti sfatare vecchi miti e credenze che ci portiamo avanti da diversi anni, ma che, alla luce delle nuove ricerche scientifiche, risultano obsolete e senza il giusto background scientifico.

Gli esami di natura strumentale–bioimmaginistica (radiografie, risonanze magnetiche, ecografie muscolo scheletriche) sono la prima richiesta da parte del personale sanitario a cui ci rivolgiamo, ma sempre più studi confermano la poca utilità dell’esame stesso per fare diagnosi, senza un’accurata valutazione clinica alle sue spalle.

Anche in soggetti asintomatici (senza dolore o fastidi di alcun tipo ndr) è comune trovare nelle bioimmagini sopradescritte diversi tipi di alterazione!

Il modello che è stato proposto ai pazienti nel corso degli anni è quello che possiamo definire BIOMEDICO: ho un problema strutturale (ernia, protusione, ispessimento della fascia plantare, spina calcaneare, pliche sinoviale e chi più ne ha più ne metta) allora ho dolore. Questa è una semplificazione che purtroppo non corrisponde alla realtà clinica, molto più complessa e articolata.

Il dolore viene appunto definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come “un esperienza soggettiva, che è mediata non soltanto dal problema “strutturale”, ma da tantissimi altri fattori che possono alimentare il problema, come ad esempio le credenze sbagliate, la paura di muoversi, le esperienze personali e via dicendo.

Potete vedere da questa infografica tradotta dal nostro Luca, come nel piede e nella caviglia siano presenti alterazioni strutturali (facendo una risonanza magentica) senza avere dolore: il 50% di voi che leggete l’articolo può trovare una lesione o sofferenza alla fascia plantare, un altro 50% può trovare liquido nella borsa retrocalcaneare, 3 su 10 avranno alterazioni del legamento peroneo astragalico anteriore e ancora, ancora…

Quindi il consiglio è sempre lo stesso: prima di spendere soldi in un esame costoso che potrebbe darvi informazioni non utili e non specifiche per capire davvero quale sia il vostro problema, nemmeno servono per capire il vostro disturbo, affidatevi a un professionista per valutare il vostro problema.

FisioLAB 2.0 è qui per questo.

Articolo a cura del Dr. Simone Pratesi, laureto in Fisioterapia, Master I livello in Terapia Manuale, socio fondatore di FisioLab Studio fisioterapico e FisioLab 2.0, amante del proprio lavoro e sportivo dilettante

La redazione di SportChianti dà spazio, ogni giorno, a tutti gli sport nei comuni chiantigiani: calcio, pallavolo, basket, pallamano, baseball, karate, danza, ginnastica, ciclismo...