GREVE IN CHIANTI – Come riescono i giovani atleti a restare in allenamento durante la sosta forzata a causa della pandemia? Lo abbiamo chiesto a Jamil Dahik, karateka dello Tzubame Dojo di Greve in Chianti.

19 anni compiuti il 20 di aprile, il quarto anno delle superiori da affrontare ed un percorso agonistico che lo ha portato ad ottobre 2019 in Brasile per partecipare ai Mondiali di karate. Da dove è tornato plurimedagliato.

“E’ un periodo complicato – comincia così Jamil – per la scuola facciamo video lezioni tutte le mattine ed a volte anche il pomeriggio. Si fanno interrogazioni e verifiche, ma è difficile e strano lavorare per bene da casa”.

“Per quanto riguarda il Karate – ammette – non stavo affrontando uno dei miei periodi migliori, poche settimane prima del Lockdown avevo deciso, insieme ai miei allenatori, di non partecipare ai Campionati Italiani che si sarebbero dovuti svolgere a maggio. Di fatto avevo rinunciato alla possibilità di essere convocato dalla Nazionale per competizioni maggiori”.

“In molti– prosegue Jamil – dicono che la scuola viene prima di tutto, ma sono convinto che per la maggior parte dei ragazzi lo sport sia più importante. La scuola è necessaria ,sia chiaro ne sono consapevole e va conclusa per bene, ma nello sport ci lasciamo un pezzo di cuore. Forse questa quarantena ci fa capire ancora di più cosa è realmente importante e per quanto riguarda lo sport, confermo che il Karate è importantissimo per me”.

“Grazie all’impegno e all’amore per questo sport che tutta la Tzubame ha sempre dimostrato – ci dice ancora – sono riuscito a raggiungere obbiettivi che non avrei mai immaginato. Devo tantissimo a Michele Romano, Marco Diani, Carlo Badii e Francesca Gentile, sono stati sempre vicini ed attenti a noi ragazzi e con loro sono riuscito a fare tantissime esperienze che sicuramente mi aiuteranno anche fuori dallo sport”.

“A settembre voglio ricominciare meglio di come ho fatto finora – afferma con forza – sono convinto di poter recuperare il tempo perso. In questo periodo mi alleno grazie alle schede che ci hanno fornito e delle video lezioni che Michele tiene. In più faccio corpo libero, trazioni, corda, cyclette…tutto quello che riesco a fare lo faccio, mi sposto tra il giardino condominiale, camera mia, passando dal salotto e trasformando tutta casa in una palestra”.

“La Tzubame è diventata col tempo come una seconda famiglia per me – conclude Jamil – spero che tutta questa faccenda si risolva al meglio nel più breve tempo possibile e che si possa tornare ad una vita normale”.

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