Tante emozioni. Una tempesta di emozioni.

E’ Pasqua. E mi fa strano non essere a fare trekking o in compagnia di amici e camminanti. E’ Pasqua e mi sembra strano non poter essere fuori a camminare, a ammirare e a raccontare la natura e la storia di questo nostro incredibile e bellissimo paese.

Da tempo avrei voluto scrivere qualcosa ma uno dei miei effetti collaterali di questa “quarantena antivirus” è che i pensieri mi si affollano continuamente e mi si confondono.

Appena provo a far uscire qualcosa è come se ci fosse all’improvviso un ingorgo nella mia testa che blocca tutto.

A tratti sto bene, mi sento in pace. Ho perso la cognizione del tempo. Guardo il cielo privo di aerei e mi sento commossa e felice , speranzosa per un futuro positivo rinnovo di tutte le nostre vite.

Sto in ascolto del silenzio e invece del vuoto sento più forti i rumori della natura e sto bene. Stando ferma ritrovo me stessa, senza fretta, senza la frenesia della quotidianità di qualche settimana fa. Senza la noiosa sensazione di essere sempre in conflitto con tutto e in competizione con tutti.

Siamo tutti fermi, non c’è competizione con nessuno per arrivare primi. Che pace. Che benessere primordiale.

Ma a tratti invece convivo col magone e con una sorta di costante ansia per il futuro. Mi fa compagnia la nostalgia delle camminate e dei camminanti.

Cerco di sopportare la mancanza della vicinanza fisica alle persone. In alcuni momenti mi sembra di non saper neanche più mettere un discorso in fila tanto che ho perso l’allenamento alla chiacchiera.

Mi mancano le cose più semplici della quotidianità, la consueta cena settimanale dai genitori, il caffè e le due bischerate al bar, stringere la mano a una nuova conoscenza o dare una pacca sulla spalla per far coraggio e forza a qualche stanco camminante.

Mi manca la pizza e le conviviali cene tra amiche. Mi manca non poter camminare perché il cammino fa tacere i pensieri ma al tempo stesso riordina le cose della testa.

A tratti mi sento preoccupata e impaurita per il futuro e per la ripartenza. Ma credo che provare paura e confusione sia del tutto normale e non me ne vergogno. Anzi, credo che solo nel dolore, nella paura avvenga la mutazione genetica della “crescita interiore”.

Però, in tutta questa confusione, in questa tempesta di emozioni ho alcune certezze, per fortuna!

La prima è che il mio “mestiere di guida”, osservandolo adesso dalla finestra di casa con gli occhi di quaranta giorni di quarantena, mi sembra ancora non solo più bello ma di sicuro più importante e fondamentale per me e per tutti quelli che vivono una passeggiata e un cammino come un momento di crescita.

Perché il rispetto per questo pianeta e per la nostra civiltà non può che nascere da una approfondita scoperta e da una sensibile conoscenza.

Non si può rispettare ciò che si non conosce e il mio mestiere di guida è quello di cercare di dare una chiave di lettura delle cose del mondo, scoprire, raccontare, far conoscere con divertimento e con la leggerezza di una domenica di sole.

Camminare nella natura ha uno scopo fondamentale, quello di farci comprendere che la cosa più bella di vivere su questo pianeta è questo pianeta.

La seconda certezza che ho è che sicuramente non tutti ma molti da tutto questo periodo usciranno diversi, cambiati in positivo, più consapevoli, più profondi, più rispettosi. Meno convulsi, meno egoisti, meno superficiali, meno menefreghisti.

Molti guarderanno il prossimo e il mondo con altri occhi. E speriamo che queste elette persone possano tramandare l’insegnamento al proprio prossimo un po’ meno sensibile.

In tanta confusione, ho un’ultima certezza: è Pasqua.

Pasqua deriva dalla parola aramaica “pasah” che significa “passare oltre”, andare avanti con consapevolezza. Il significato della Pasqua è dunque speranza di rinascita e rinnovata gioia di vivere. Il sacrificio totale che tende alla crescita spirituale.

Mai come quest’anno la Pasqua può essere ancora di più momento di riflessione e di presa di coscienza sullo stato attuale delle cose, delle nostre piccole vite su questo grande pianeta che non è solo una palla di terra e di acqua da sfruttare a nostro piacimento per mangiare e per sollazzarci.

Questo pianeta non è solo la nostra casa ma è la sola nostra madre.

Ci ritroveremo (forse non tanto presto) solo quando sarà finita questa tempesta di emozioni, sicuramente solo quando saremo migliori con la consapevolezza che per fortuna tutto su questo pianeta va avanti molto bene anche senza la specie Sapiens.

Auguro a tutti non solo la classica pace e serenità ma più di tutto  auguro che questa Pasqua sia davvero un momento di trovata o ritrovata consapevolezza.

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COLLABORATORE Guida Ambientale Escursionista del gruppo Le Vie del Chianti (www.leviedelchianti.it - leviedelchianti@gmail.com). Su SportChianti cura la rubrica "Camminare in Toscana". Scrive anche per WeChianti (www.wechianti.com)