ROMA – La riforma dello sport, presentata nei mesi scorsi dall’allora ministro Vincenzo Spadafora durante il governo Conte II, è adesso realtà.

I cinque decreti legislativi di riforma dell’ordinamento sportivo sono stati approvati infatti ieri dal Consiglio dei Ministri.

In particolare, il decreto relativo agli enti sportivi professionistici e dilettantistici e al lavoro sportivo dispone, in attuazione dell’articolo 5 della legge delega, una revisione organica della figura del “lavoratore sportivo”: per la prima volta, si introducono tutele lavoristiche e previdenziali sia nel settore dilettantistico sia nel settore professionistico.

Inoltre, il testo prevede l’abolizione del vincolo sportivo, inteso come limitazione alla libertà contrattuale dell’atleta, anche nel settore dilettantistico (che dovrebbe però partire tra 5 anni).

Il decreto stabilisce che le norme introdotte dalla disciplina in materia di lavoro sportivo si applicano a decorrere dal 1° luglio 2022.

La riforma però ha trovato molte perplessità e resistenze in diverse Federazioni sportive, tanto che alla vigilia dell’approvazione Figc, Fipav e Fip (quindi le Federazioni di calcio, pallavolo e basket) avevano scritto insieme proprio una lettera-appello al presidente del consiglio Mario Draghi.

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