Luca Presciutti, presidente del Cerbaia

CERBAIA (SAN CASCIANO) – Dieci giornate di squalifica a un calciatore del Cerbaia, Riccardo Viciani, “espulso per aver rivolto espressione discriminatoria per motivi di colore ad un calciatore avversario”.

Addebito pesante. Decisione pesantissima del giudice sportivo, comunicata nel bollettino regionale di oggi, giovedì 7 ottobre.

La gara incriminata è quella di domenica scorsa, 3 ottobre, in casa contro il Fiesole (direttore di gara Lorenzo Sordi, di Firenze). E il destinatario dell’offesa sarebbe stato il calciatore ospite Amadou Darboe.

Il condizionale è ancor più d’obbligo, nonostante il “nero su bianco” del giudice sportivo, perché il Cerbaia dichiara in maniera netta e inequivocabile, per bocca del presidente Luca Presciutti, che “non è andata assolutamente così”.

“E’ stato espulso questo calciatore del Fiesole (Darboe, n.d.r.) – ricostruisce Presciutti – perché ha fatto un intervento molto brutto su Canocchi, rosso diretto per una gomitata in faccia”.

“Come accade in queste stuazioni – prosegue – si è acceso un po’ di parapiglia, e lì in mezzo i giocatori del Fiesole hanno detto all’arbitro che era stata pronunciata una offesa razzista”.

“Vorrei peraltro far presente – continua Presciutti, a dir poco arrabbiato per il referto dell’arbitro e la conseguente decisione del giudice sportivo – che tra l’altro il ragazzo del Fiesole è andato da Viciani, a fine partita, dicendogli che gli dispiaceva per quanto accaduto”.

Cerbaia-Fiesole

“Il nostro calciatore – puntualizza Presciutti – non ha assolutamente detto niente del genere. I ragazzi in campo hanno detto all’arbitro che non aveva detto nulla, ma il direttore di gara sosteneva di aver sentito quella frase. E l’ha assegnata a Viciani”.

Prosegue la ricostruzione del post partita di domenica scorsa: “Siamo andati anche a parlare con l’arbitro, è venuto anche il ds del Fiesole, dicendo che non era successo nulla di quanto sostenuto. Ma l’arbitro non ha voluto sentir ragioni: io la segno a lui, ci ha detto, o mi trovate chi l’ha detta. Ma nessuno aveva detto nulla del genere”.

“Faremo subito ricorso – annuncia Presciutti – Non è giusto che un ragazzo che non ha detto niente prenda dieci giornate di squalifica, peraltro per una motivazione per niente edificante”.

“Fra l’altro – fa sapere il presidente – il giorno dopo ho parlato ai ragazzi, chiedendo direttamente, occhi negli occhi, se qualcuno aveva detto quella frase. Che si doveva fare avanti e che dieci giornate fuori squadra gliele avrei date io. Ma tutti mi hanno garantito che nessuno lo ha detto”.

“Sono dispiaciuto che accadano queste cose – conclude – un arbitro, secondo me, dovrebbe mostrare maggiore attenzione. E propensione al dialogo”.

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