il presidente Bacci

TAVARNELLE (BARBERINO TAVARNELLE) – E’ furibondo, e non da oggi, il presidente del San Donato Tavarnelle Andrea Bacci.

L’ennesimo rinvio della partita di recupero contro l’Aquila Montevarchi (per una positività nei valdarnesi) prevista per mercoledì prossimo, è solo la goccia che fa traboccare un vaso già colmo.

Si sfoga pubblicamente su SportChianti Bacci, dopo che nei giorni scorsi tanta era stata la voglia di dire pubblicamente che la Serie D gestita in questo modo non ha senso.

“Faccio provocatoriamente due conti al volo – esordisce – Dal 17 novembre abbiamo giocato tre partite in tre mesi. Fra iscrizioni delle scorso anno, adeguamento stadio, rimborsi, abbiamo speso 50mila euro a partita. Che vuol dure ad oggi 25mila euro a punto: la metto come battuta, ma capite che le nostre società, che sono di dilettanti, non possono andare avanti così?”

“Come commento il voto favorevole dei presidenti a proseguire? Non mi sono fatto un’idea del perché – risponde – da giorni cerco una spieegazione. Posso capire che forse con le dirette Facebook le città più grandi possono avere quache sponsor. Ma si contano sulle dita di una mano. E comunque dopo la votazione quante partite sono state giocate? E comunque per le dirette le partite vanno giocate”.

“Si poteva pensare – rilancia – di proseguire con un cambio di protocollo (da settembre dicono che lo stanno facendo). Con quello che c’è adesso basta una positività o un contatto con una positività per far saltare una partita. E con una diffusione del contagio come quella che c’è oggi si capisce che è impossibile andare avanti. Serviva un protocollo su un numero maggiore di positività per giocare (ovviamente sempre garantendo la massima sicurezza), e un sostegno sui tamponi per quanto riguarda i costi”.

La gestione ordinaria è stravolta: “Così non è possibile andare avanti. I ragazzi non ne possono più di allenarsi senza giocare. Preparano le partite e poi, all’ultimo secondo, vengono cancellate”.

Ma il motivo di tutto ciò? Della decisione cervellotica di fermare i campionati per recuperare le decine e decine di partite saltate, che non vengono però recuperate perché saltano in continuazione a causa delle positività al contagio (o di semplici contatti)?

“Penso ci sia una guerra interna alla Lega calcio – risponde Bacci – e noi siamo vittime, usati in questa situazione. A me non interessa di Sibilia, di Gravina o di qualcun altro. Non posso essere lo strumento di un fine politico”. 

“Mancano entrate – prosegue Bacci – tutti gli incassi delle partite di prima squadra e scuola calcio, da mesi non giochiamo ma staff e squadra si allenano, quindi costano. E magari per finire la stagione andremo avanti due-tre mesi in più rispetto al previsto, con altri costi”.

“Fosse per me – dice con amarezza – da domani non farei più allenare nessuno. Bisogna smettere fino a gennaio e ad anno nuovo fare il punto, ma intanto si dica che fino al 31 dicembre si smette”.

“Serve una data lunga – conclude Bacci – poi se sarà una situazione migliore tanto meglio. Ma è l’ora di dire basta a questa situazione”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA