con la maglia della Virtus Poggibonsi (foto Antonio Badalucco)

CHIANTI FIORENTINO – Quota 50 e 100 a San Donato in Poggio, 150 all’Appenino Pistoiese, 200 a San Gimignano.

Tappe indimenticabili, nel senso di reti segnate, per chi come Francesco Perini ha fatto del gol e della maglia numero 9 una ragione di vita.

In giro per la Toscana, partendo da Tavarnuzze e finendo al Galluzzo a chiudere il cerchio, dai 7 ai 36 anni, quasi sempre in doppia cifra.

Il racconto di Francesco è di quando, nei primi anni Duemila, l’Eccellenza e la Promozione era davvero “tanta roba”, per rose, budget, bomber in prima linea e mastini in difesa.

Il calcio scorre nel sangue di famiglia per Perini: il babbo Angelo con la maglia del San Donato, lo zio Ottavino ex Prato e poi capitano della Sambuca.

Francesco, classe 1979, parte da Tavarnuzze quando ha 7 anni. Subito in attacco, sempre in attacco: “Mi è sempre piaciuto fare gol”.

Solo un allenatore proverà a cambiargli ruolo: Piero Soderi negli Esordienti del Galuzzo, nella seconda tappa della sua giovane carriera: “Mi voleva mettere davanti alla difesa, mi diceva: alla Paulo Sousa. Ma io cominciavo a piagere”.

E da lì rimane in attacco. Da interista, i modelli saranno prima Klinsmann e poi “el Principe” Milito. Fino ai Giovanissimi resta al Galluzzo, con la soddisfazione delle chiamate nelle rappresentative provinciali.

E proprio in quegli anni ecco le “sliding doors” di Perini. Dopo diversi provini con Fiorentina, Roma, Bologna, arriva quello per il Torino.

In granata fa bene, sotto gli occhi dei dirigenti piemontesi. “Due giorni bellissimi, su con Giuliano Sarti. Conquistai anche un rigore e lo andai a battere. Lo tirai di esterno destro a incrociare. Li impressionai”.

Sembra fatta per la svolta della carriera del giovane attaccante. Ma mamma Susanna non se la sente di mandarlo via a 13 anni, da solo, in convitto, lontano da casa.

E così Francesco riparte da Poggibonsi, dove lo vuole il ds Maurizio Novelli. Quattro stagioni in giallorosso, tanti gol tra Allievi e Juniores e anche l’esordio nel Campionato Nazionale Dilettanti a Pinerolo e un’altra presenza con il Savona al “Lotti” sotto la guida di Luciano Vescovi.

Poi però in Valdelsa le cose cambiano. E Perini viene chiamato da Domenico Vezzosi a San Donato in Poggio. In primo anno con Paolo Sardi in panchina va così così, anche per colpa di un infortunio, con poche presenze e qualche gol.

Ma alla fine saranno 8 stagioni fantastiche, oltre 130 gol segnati, un campionato di Promozione vinto (con titolo di capocannoniere) e una Coppa di Eccellenza nel 2004 nella doppia finale con lo Scandicci, il grande feeling con Riccardo Marmugi e con capitan Fabio Ercolino, una squadra pazzesca e due giocatori come Marco Leo e Diego Cubillos che fanno la fortuna del bomber gialloblù.

A 26 anni, ecco lo svincolo e il passaggio a Monteriggioni. “Un anno che porterò sempre nel cuore. Un d.s. meraviglioso come Adriano Nardi, un compagno d’attacco pazzesco come l’argentino Rojas”.

Poi la chiamata ancora di Vezzosi in una Virtus Poggibonsi che, passata in tre anni dalla Prima categoria all’Eccellenza, pare una corazzata, con Fabio Consigli in panchina.

Una rosa incredibile (davanti, oltre a Perini, gente come Cioffi e Pazzi, poi ancora Prosperi, Matteo Innocenti, Selvaggi, Giubbolini, Garuglieri), ma anche cinque allenatori in stagione: “Eravamo una grandissima squadra, ma ci furono un sacco di problemi. Ci salvammo all’ultima giornata”.

Francesco riparte da quattro mesi di Fiesole, quindi il San Miniato Basso in Prima Categoria. “A trent’anni volli cambiare completamente. Una bellissima squadra: Ramerini allenatore, uno squadrone con Baiocchi, Gangoni, Rubicini”. Sono play-off.

La stagione dopo, ancora più in là: a Cutigliano con l’Appennino Pistoiese. Allenamenti a Pistoia, allentore Ceccatelli. Campionato di Prima vinto, altra bella stagione con giocatori come Agostino Fuschetto e Ponziani. E il traguardo dei 150 gol in carriera superato.

Quindi la chiamata di un altro bomber: Andrea Serrau che lo vuole a San Donnino, ancora in Prima. Due volte i play-off, i secondi vinti con il Reggello (con 22 gol personali).

Altre rose di livello: Beppe Cobuzzi, l’ex San Donato Melis, Vite, e tanti altri.

Ormai Francesco sembra diventato un bomber da Prima Categoria. Ma arriva la chiamata del suo vecchio capitano. Fabio Ercolino lo rivuole in Eccellenza a San Gimignano. “Non ci dormii la notte, dopo la sua chiamata”.

“Per me Fabio è sempre stato il faro – spiega fin dai tempo di San Donato, uno che mi ha sempre insegnato tanto”.

Ne vengono fuori due anni memorabili: 27 gol, quota 200 in carriera superata: “Ci si allenava alle 15, era calcio vero. E io ero tornato in Eccellenza”.

Quindi la chiamata di un altro bomber: Pasquale Colicigno lo vuole al Galluzzo per le ultime stagioni di Prima.

Una buona squadra con fuoriclasse tipo Angelo Coppola, ma anche Antongiovanni e Banchetti. La sfida per il titolo di capocannoniere con Riganò, allora alla Settignanese.

Due volte play-off, poi al secondo tentativo la squadra perde gli spareggi per la Promozione con il Pontassieve. Francesco si rompe poi il ginocchio e a 36 anni dice basta.

Dopo aver fatto da vice a Yuri Morelli, ci saranno gli splendidi anni da allenatore all’Atletico Impruneta, prima chiamato a una salvezza difficilissima e poi con una crescita costante (e un’ultima tappa alla Settignanese nell’ultima stagione, non troppo fortunata): “E adesso spero in qualche chiamata importante, perché la mia voglia di emergere è molta”.

Cosa resta di una vita a fare gol? Due allenatori su tutti: “Marmugi che ha creduto in me e mi ha fatto espirmere al meglio. E Ercolino che mi ha riportato nel calcio che conta”.

Grandi giocatori: “Cubillos e Leo su tutti. Mi hanno fatto fare la diferenza. Ma quel San Donato era davvero indredibile in ogni reparto. Ricordo i lanci di 40-50 metri di Cheloni. Le rimesse laterali di Ercolino che mi mandavo direttamete in porta e gli avversari non ci capivano mai nulla”.

Le battaglie coi difensori: “Masi dello Scandicci su tutti. Ma mi davano fastidio anche Del Vivo e Devid Rosi che a Colle mi fece prendere tre giornate di squalifica”.

Intanto sul campo ha lasciato il testimone ai figli: Lapo centravanti dell’under 14 della Pistoiese e il piccolo e tecnicissimo Diego, nel vivaio della Fiorentina. Adesso i Perini che segnano solo loro due.

Gabriele Fredianelli

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