Chini coi suoi uomini e la Coppa Italia (foto dal profilo del Comitato Regionale Toscana LND)

MONTE SAN SAVINO – Nel giro di una settimana coi suoi uomini ha conquistato un “double” storico, sollevando prima la Coppa Italia di Promozione (dopo aver battuto in finale ai rigori il San Giuliano), poi chiudendo il discorso anche in campionato per ritornare in Eccellenza dopo otto anni.

Giacomo Chini alla guida della Sansovino ha scritto un capitolo unico della vita di una società quasi centenaria e che vent’anni fa ha vissuto un quinquennio di professionismo.

Arrivato dopo tre giornate sulla panchina aretina, l’allenatore nato a Gaiole in Chianti non ha scelto tra i due obiettivi. Li ha semplicemente centrati entrambi.

“Quando sono arrivato – racconta Chini, alla seconda Coppa Italia vinta nel giro di tre anni dopo quella di Eccellenza alla guida della Fortis Juventus – la società mi ha chiesto sì di vincere il campionato dopo un avvio difficile. Però non mi sarebbe mai passato per la testa di immaginare tutto quello che è successo dopo. Il campionato è stato sempre l’obiettivo primario, però ce la siamo giocata volentieri anche in Coppa, grazie anche a una rosa ampia a 22 giocatori importanti su cui ho potuto fare affidamento”.

Coppa Italia di Promozione, la Sansovino di Chini solleva il trofeo ed è un passo dal ‘double’. Battuto ai rigori il San Giuliano

A Monte San Savino sono giorni di grande entusiasmo: “Monte San Savino è una piazza che ha fame di calcio, che ha vissuto gli anni della Serie C e della D, con allenatori importanti come Sarri e Beoni. In questi giorni si respira aria di festa. A Firenze sono arrivati 600 tifosi, il paese si è mobilitato, c’è voglia di ripartire e di tornare a sognare. Per questo credo che ci sarà grande ambizione anche nel prossimo campionato di Eccellenza, grazie anche alla società e a un grande presidente come Iacomoni che investe tempo e passione per questa squadra”.

La squadra è stata all’altezza degli obiettivi: “La squadra ha saputo reagire nei momenti di difficoltà. In campionato sotto la mia guida abbiamo perso solo due volte e la chiave della vittoria finale è stata proprio la reazione a quelle due sconfitte. E anche chi ha giocato meno è sempre stato bravo a farsi trovare pronto quando c’è stato bisogno di lui. È una squadra in cui tutti hanno pensato più al “noi” che all’”io”. Quando sono arrivato l’ho fatto in punta di piedi, per capire quello che stava succedendo e provando a sbagliare il meno possibile: il gruppo ha risposto subito bene, ha sposato le mie idee e quelle del mio staff e abbiamo preso presto insieme la squadra giusta”.

Da calciatore e allenatore Chini ha vissuto palcoscenici importanti, arrivando fino alla Serie B in entrambi i ruoli (in panchina come “vice” di Lerda). Eppure queste due vittorie sono tra le più belle della sua carriera: “Da giocatore e da allenatore ho perso due finali per andare in B con Lucchese e Lecce. Diciamo che le soddisfazioni me le sono tolte più recentemente da allenatore: la vittoria con la Fortis e poi questo double irripetibile. Fa piacere davvero aver vinto qui, per dare risonanza a tutto il paese e a tutta la società. Lo ricordo sempre: per costruire ci vuole tanto tempo e per distruggere ci vuole un attimo”.

Coppa Italia di Eccellenza, dopo 26 anni la Fortis Juventus solleva al cielo il trofeo. Cenaia battuto ai rigori

Domenica ci sarà un incontro del cuore, con la squadra di “casa”, la Chiantigiana, in un match molto delicato per i gialloverdi di Gaiole: “Oggi vivo a Levane, in Valdarno, ma a Gaiole ho un pezzo di cuore. Ci vive ancora la mia mamma e il mio babbo, che è mancato da poco, è stato uno storico dirigente della Chiantigiana. Spero di cuore che la Chiantigiana alla fine riesca a salvarsi”.

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