GREVE IN CHIANTI – “Un campionato di calcio cresciuto grazie alla casa del popolo di Greve in Chianti, e nato “nel campino” di via Danimarca. Nelle prime edizioni biciclette, macchine e motorini di chi partecipava e di chi faceva il tifo invadevano la strada, con non poche lamentele dei residenti”.
E’ il presidente della casa del popolo di Greve in Chianti, Daniele Crini, che a nome del consiglio mette i puntini sulle “i” in merito al torneo di calcio a cinque, la Danimarcas’s Cup, in fase di ri-partenza nel prossimo meso di giugno. E sono “i” rivolte in particolare all’amministrazione comunale grevigiana.
Ricordando come è nata, la Danimarca’s Cup: “Un torneo tutto da ridere ma allo stesso tempo pieno di un sano agonismo, che portò la Cup da assembramento calcistico a torneo di calcetto in piena regola”.
“E come si fa a rispettare le regole? Ci si mettono dietro delle persone e ci si mette dietro un’associazione – rivendica Crini – la casa del popolo di Greve, il locale circolo Arci. Al circolo si ritrovano gli organizzatori, soci Arci. Al circolo si stabiliscono regole e orari, si stampano le grafiche, si prendono i contatti con i partecipanti, si tiene la cassa. Grazie al circolo, inoltre, è stata stipulata una polizza assicurativa per garantire l’incolumità dei partecipanti”.
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“E in tutto ciò l’amministrazione comunale cosa fa? – si domanda Crini… per poi rispondersi – L’amministrazione durante quelle estati era occupata a chiedere agli organizzatori del torneo di provvedere da soli all’acquisto delle porte e delle reti del campino. Cosa che gli stessi organizzatori hanno prontamente fatto lasciando a disposizione della comunità un campino pronto per essere utilizzato”.
“Non meno importante ricordare – aggiunge Crini – che nel periodo Covid la cassa della Danimarca’s Cup è stata completamente devoluta in beneficenza per le famiglie in stato di bisogno dal comitato organizzatore (qui l’articolo)”.
“Mi sembra incredibile – dice ancora Crini a nome dei consiglieri della CdP grevigiana – che dopo svariati incontri si debba realizzare la Danimarca’s Cup lasciando a latere chi l’ha inventata, organizzata in maniera strutturata e portata presso strutture adeguate quali quelle della ASD Grevigiana”.
“Ancora una volta – conclude – si tenta di riscrivere la storia delle piccole cose grevigiane cambiando i soggetti. E dimenticando volutamente chi, da sempre e senza compenso alcuno, tenta di contribuire a creare quella socialità che è sempre più necessaria”.
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