PONTE A NICCHERI (BAGNO A RIPOLI) – Il “Pazzagli” attende ancora il suo sintetico sull’area del campo sussidiario.

I lavori, consegnati dall’amministrazione comunale alla ditta appaltatrice nel dicembre del 2021, poi sospesi e quindi ripresi l’estate scorsa, paiono ancora in alto mare.

La pazienza della Giovani Grassina Belmonte, che gestisce l’impianto, comincia a scarseggiare. Anche perché lo stadio è ormai da anni circondato da vari cantieri, per primo quella della variante che ha cancellato a suo tempo anche il parcheggio sul lato spogliatoi.

“Non è dato sapere quando questi lavori finiranno – spiega il presidente Leonardo Guidotti – Era un lavoro che si sarebbe dovuto concludere in 90 giorni, ma al momento non sappiamo quando potremo disporre del campo in sintetico. Non abbiamo mai avuto risposte in merito da parte dell’amministrazione”.

“Ormai dopo tanti mesi – prosegue – è palese che i lavori non stiano seguendo un cronoprogramma preciso ma vadano avanti per interventi-spot da parte della ditta. Non ne capisco i motivi: vorrei che la vicenda fosse chiarita ufficialmente”.

“Di questo sintetico si parla ormai da cinque anni – spiega Guidotti – e ha seguito tutte le lunghe trafile burocratiche. Poi finalmente sono partiti i lavori. Ma non si sa quando finiranno. Tra l’altro l’autunno particolarmente secco avrebbe sicuramente aiutato in fase di sistemazione del manto, ma invece poi sono arrivate adesso anche le piogge”.

“Per noi quel campo è importante per tanti motivi – va avanti il presidente – è legato a tanti progetti che abbiamo pianificato e di cui l’Amministrazione Comunale è a conoscenza da sempre. Oltre a essere necessario anche per il reperimento delle risorse per mandare avanti la nostra società, che sta soffrendo molto anche per l’aumento delle utenze”.

“In estate – aggiunge – abbiamo dovuto rinunciare a fare la nostra consueta Festa della Birra, con la conseguente mancanza di entrate. E anche nei giorni scorsi il Torneo della Befana di Adria Sport avrebbe potuto ospitare più partite nel nostro impianto se il campo fosse stato pronto come avrebbe dovuto”.

“Ma adesso non stiamo nemmeno più chiederci cosa faremo dei nostri progetti su quel campo – concude amareggiato Guidotti – Aspettiamo di avere il campo disponibile. Solo a quel punto riprenderemo pianificare le nostre attività e riprendere in mano i nostri progetti”.

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