La Fiorentina è viva e lotta insieme a noi, nonostante tutto.

Siamo ancora lì, vicini ad un posto in Europa ed essere a metà marzo ed essere ancora competitivi è una realtà che non vivevamo da lustri.

Ma se sul campo ci si continua a domandare perché Piatek pur segnando sembra sempre un pesce fuor d’acqua rispetto al gioco di Italiano o come diavolo sia possibile che Cabral sia ancora in condizioni psicofisiche al limite del disastro, è il “fuori campo” a regalare gli aspetti più interessanti del periodo.

Abbiamo un piano di ristrutturazione per lo stadio nuovo che entusiasma praticamente solo Nardella & soci e che per altro obbligherà l’intera nazione all’esborso di un quantitativo di denaro inumano: 125 milioni di euro “al netto di IVA” come ha precisato il nostro, che in caso di finanziamento aggiuntivo del ministero dell’interno saranno completamente finanziati da “Pantalone”. Tutto questo signori, a preventivo eh. Poi vedremo con comodo a consuntivo.

Molto probabile che con la medesima cifra avremmo potuto avere un impianto moderno, in zona molto più facilmente raggiungibile da mezzi pubblici o privati e un presidente strafelice e pronto a fanta-investire grazie a quello che sarebbe potuto essere uno stadio di proprietà…  .

Ma ahinoi, questo non è un Paese né per vecchi né per giovani, ma solo un Paese che non sarà mai competitivo sotto tanti punti di vista; grazie a burocrazie discutibili e ad individui che spesso le usano per nascondersi un po’.

Barone nonostante questo maxi progetto non ha manco accennato un sorriso giocondo ed ha preferito spostare tutta l’attenzione sul “Viola Park”, ricordandoci che a fine anno sarà pronto.

Non solo: siccome a suo modo di vedere quando si parla di Fiorentina si parla di “Viola” la loro idea è quella di modificare nuovamente lo stemma e di porci una bella “V”.

Non è facile per nessuno unire Firenze ma con questa ideona il nostro Joe sembrerebbe esserci riuscito: la “V” pare infatti pressoché un’eresia per tutti considerando anche che si parla del secondo cambio di logo in due anni (con quest’ultima modifica che sembra avere esclusivamente un’anima commerciale creata all’uopo per regalare maggior lustro al centro sportivo).

Si è infine fatto cenno sulla salute del presidente (sulla quale Barone ha rassicurato parlando di “miglioramento”) e su una presunta possibilità di cessione al Fondo PIF anch’essa smentita seccamente.

Naturalmente trattasi di argomenti impossibili da affrontare pubblicamente in modo serio, di conseguenza, pur avendo ricevuto anche io le medesime voci che hanno un po’ tutti, evito di dilungarmi.

Ultimo aspetto importante accaduto in questo densissimo periodo è l’elezione del nuovo presidente di Lega Serie A: tal Lorenzo Casini, candidato favorito da Lotito e dal nostro onnipresente Joe (e pare anche dalla folta schiera di presidenti americani).

Vedremo se l’avvocato romano dall’ottimo curriculum riuscirà a valorizzare un prodotto che pare sull’orlo del baratro, soprattutto dopo che sulle stime di DAZN si è abbattuto un vero e proprio tornado che potrebbe portare ad una rivisitazione al super ribasso degli introiti pubblicitari e di conseguenza dei diritti tv.

In tal caso i soliti noti non potranno far altro che ripartire con la tiritera della “SuperLega” (cosa che ovviamente hanno già fatto, non avendo alternative) alla quale auguriamo sentitamente un qualcosa che anche in questo caso comincia con la “V”.

Ci deve davvero interessare così tanto l’extra-campo, piuttosto del campo?

Beh, forse no, vista la premessa fatta proprio all’inizio di questo articolo. Riuscire a centrare l’Europa nonostante la cessione di Vlahovic sarebbe un’impresa disumana ma visto che è alla portata è bene che chi di dovere non sposti il focus sul resto.

Ma se il presente dipende dal campo, il nostro futuro dipenderà certamente anche da tutte le altre storielle appena raccontate.

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