TAVARNUZZE (IMPRUNETA) – Ha chiuso la carriera con 214 gol all’attivo e per vent’anni è stato uno dei bomber più quotati dei campionati toscani. Eppure ha ancora addosso l’entusiasmo per il pallone di un ragazzo che sta per esordire in prima squadra.

Nella stagione che sta per cominiciare, Marco Fraccone sarà la guida tecnica dei Giovanissimi B classe 2008 dell’Impruneta Tavarnuzze.

Dopo aver smesso col calcio giocato da allenatore-giocatore a Legnaia, proprio in gialloblù ha cominciato a seguire la Scuola Calcio: “Ho iniziato coi classe 2012 quando ancora giocavo. Mi ero affezionato a quei ragazzi e sono rimasto volentieri con loro anche durante il periodo della pandemia, ritardando il salto nel settore giovanile. Sapevo che ci sarebbe stato tutto il tempo di farlo più tardi: la scelta ha pagato, quei ragazzi mi hanno lasciato tanto”.

Quindi l’arrivo a Tavarnuzze in estate: “Fausto Gonnelli mi conosceva fin da quando giocavo a Montelupo, mi seguiva da tempo. È arrivato il momento giusto per lavorare insieme. E sono molto contento della scelta perché ho trovato una società sulla mia stessa lunghezza d’onda, fin dai primi colloqui abbiamo capito che avevamo lo stesso modo di vedere e intendere il calcio”.

Il sogno di allenare c’è sempre stato: “Mi ci sono sempre visto in questo ruolo. Quando giocavo facevo tante domande ai miei allenatori, osservavo, ero curioso. E adesso spero di portare quello che ho imparato al gruppo che alleno, di trasmettere il mio calcio: l’importanza del gruppo, lo stare insieme, il rispetto delle regole, la disciplina”.

“Con la società abbiamo deciso di non fare il percorso “a nove” che pure sarebbe stato possibile per qualche mese – spiega – ma di provare invece subito a scendere in campo a undici. E non è proprio poco per dei ragazzi in pratica quasi sempre abituati a sette finora. È una grandissima responsabilità per me. Sto partendo dall’abc: dall’insegnare loro a stare in campo, la fase di possesso e di non possesso, a muoversi insieme, ad aiutarsi l’un con l’altro”.

Il lavoro sul campo è cominciato il 30 agosto: “Abbiamo lavorato molto bene, per due settimane tutti i pomeriggi. Il merito è della società che non ci fa mancare nulla e dei ragazzi che ho a disposizione, che hanno voglia di imparare. Vedo che c’è dedizione, impegno, voglia di lavorare e di migliorarsi”.

Di allenatori Marco ne ha conosciuti molti nella sua carriera: “Da tutti i miei allenatori ho preso qualcosa, cose grandi e piccole. E me le porto dietro, sperando di restituirle ai miei ragazzi”.

Dopo aver cominciato nel settore giovanile della Cattolica Virtus, giocando anche con Andrea Barzagli, Fraccone ha esordito nel 1997 in Serie D a Castelfiorentino restandoci per un quadriennio. Quindi il passaggio alla Valdema per un triennio, il San Donato Tavarnelle con Sandro Vignini, due anni al Vicchio in Eccellenza.

E poi ancora di nuovo lo Scandicci (8 gol in 7 partite) e di nuovo la Serie D con la Fortis Juventus. Il ritorno a Castelfiorentino con Targetti e Bicchierai, la Rondinella, il Pian di Scò, il San Miniato (“dove ho conosciuto il mio fratello calcistico Simone Fagotti”), e il Montevarchi.

Quindi arriva la scommessa con l’Appennino Pistoiese: squadra ultima in Promozione al suo arrivo, con salvezza finale e tre gol personali ai play-out. Quindi la salita di catergoria col Ponte Buggianese, e ancora Sagginale, Capanne (per una promessa al mister Luca Squarcini) e la chiusura a Legnaia, a due passi da casa.

Una carriera intensa e lunghissima, prima di dedicarsi a questa nuova avventura dall’altro lato del campo.

Dopo due anni di calcio a singhiozzo però Marco ha trovato i ragazzi con tanta voglia di ricominciare: “Al ritorno sul campo i ragazzzi li ho trovati forse un po’ intimiditi, ma con tanta voglia. Mi ha fatto piacere vedere e sentire la loro voglia di stare insieme, il loro bisogno di aggragazione, di rimettersi in gioco. E anche tanta attenzione a seguire le regole che adesso sono necessarie per allenarsi e giocare in sicurezza: evidentemente sono state brave anche le loro famiglie a educarli in questo senso. E adesso non vediamo l’ora di tornare in campo sul serio per non fermarci più”.

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