Fiorentina, Sampdoria, Hellas Verona, Lazio. Cosa hanno in comunque queste quattro squadre?

Beh, tre su quattro hanno delle similitudini, la Fiorentina invece si lega alle altre solo grazie alla guida tecnica.

Tutte infatti hanno un allenatore intelligente, capace, sanguigno, che dà un valore aggiunto non solo dal punto di vista tecnico, ma anche umano.

Che tiene alla propria squadra come se fosse nato nella rispettiva città in cui allena, che tiene ai propri calciatori e che regala loro un surplus di intelligenza, di mestiere, di capacità.

Per Prandelli, basti pensare a Vlahovic. A come lo abbia subito capito, sfruttato, cresciuto in pochissimi mesi di lavoro.

Subito accantonato Cutrone (un ragazzo giovane e per di più in prestito, una concorrenza che poteva sembrare intelligente e invece era il contrario esatto), lo ha catechizzato e caricato ogni giorno di più. E ora Dusanone nostro continua a sbagliare tanto, ma segna con una regolarità impressionante per un ragazzo della sua età.

Per gli altri tre allenatori, beh, parlano i risultati. Soprattutto degli ultimi 2 anni, straordinari per tutti.

Perché paragono la Fiorentina a queste squadre?

Ho avuto la fortuna di passare una domenica di totale spaparanzamento sul divano, tutto calcio e nient’altro.

E Sampdoria, Hellas e Lazio le ho viste giocare con attenzione (anche se ovviamente non era la prima volta): sono tre squadre veramente speciali.

Cattive, concrete, ordinate. Tre belle squadre moderne, ma con uno stile “vecchio stampo” che le rende uniche.

In campo quando fanno fallo non chiedono scusa, anzi. Sono concentrati, chiunque giochi (spesso anche gente sconosciuta) è pronto e sa cosa fare, hanno la bava alla bocca e sprizzano grinta da tutti i pori.

Quando sono in vantaggio perdono tempo nei peggiori modi, non si perdono mai d’animo e quando l’arbitro fischia la fine hanno corso e lottato tutti e 11 più riserve come se quella fosse l’ultima partita della vita.

Sono squadre di calcio fatte, che rispondono sempre.

Possono sbagliare un tiro, possono avere una giornata storta, ma non ricordo partite in cui una di queste tre squadre proprio non si sia presentata in campo, sono esempi quasi unici nel calcio di oggi perché hanno una presenza che somiglia tanto a quella delle squadre degli anni ’80, dove ogni partita era difficilissima.

Il mio sogno è che Prandelli riesca a trasformare la Fiorentina in una squadra di calcio come queste.

Prima come una Sampdoria, squadra più debole delle altre ma che ha identità e che è sempre molto difficile da incontrare. Composta bene, una rosa di 18-20 calciatori ben distribuita, senza squilli e senza mancanze.

Poi come un’Hellas Verona, squadra costruita con grande intelligenza da parte della dirigenza che trova il talento da ogni parte e che grazie ad un allenatore profondamente illuminato riesce a far rendere tutti molto più del previsto.

Infine come una Lazio, una squadra composta anche da campioni, ma non solo. Ci sono bandiere silenziose (Lucic e Radu, per fare esempi), ci sono trofei, c’è una crescita che ha un filo indissolubile che è quello della società che vede come riferimento un allenatore e viceversa.

Un po’ come lo eravamo noi quando Cesare arrivò la prima volta. Senza trofei è vero, ma tutto il resto c’era.

Ora, dopo questi terapeutici 3 punti strappati al Crotone, sarebbe bene iniziare a pensarci per davvero e far diventare questa Fiorentina una vera e propria squadra di calcio, presente ogni volta che scende in campo per 95 minuti più recupero.

Che abbia prospettive di crescita, con giocatori di talento e che tengono alla maglia come se fosse la loro seconda pelle.

Una cosa che non vediamo oramai da almeno un lustro.

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