L’estate è finita, e comincia la stagione migliore per camminare. Luci e ombre, sole e nebbie dell’autunno regalano colori e dimensioni spettacolari ovunque si voglia andare.

Oggi vi propongo una camminata davvero spettacolare e interessante: vi porto in Calvana, la montagna sopra a Prato.

Non lasciatevi ingannare dal fatto che questo luogo sia così vicino alla città e che quindi possa essere considerato meno selvaggio e bello perché andando lassù avrete da stupirvi.

Sono sicura che molti di voi ne hanno sentito parlare per le grotte, per le doline, per i cavalli selvaggi e gli animali al pascolo allo stato brado accompagnati sempre dai fedeli cani da guardania.

Altri invece sapranno i tanti eventi di cronaca nera che fino agli anni novanta (e oltre) ne hanno reso la fama di montagna misteriosa e pericolosa.

Io vi propongo una camminata per scoprire un pezzettino di questa straordinaria montagna in tutta sicurezza e soprattutto nella stagione più adatta.

Passata la chiesa dei Cappuccini a Prato, salite fino in località Bifolchi e lasciate la macchina.

Da lì, sulla sinistra troverete un bel sentiero che lentamente sale fino a Casa Bastone, antica casa di pastori splendidamente ristrutturata e gestita dal CAI con uno stupendo affaccio panoramico sulla città di Prato.

Da qui si vede come si snoda il Bisenzio e come la città nuova avvolga il centro storico della bella città più vecchia.

In questo primo tratto del sentiero troverete una deviazione sulla sinistra che, se volete percorrerla, vi porterà su un piccolo e interessante anello “etrusco”. Qui infatti sono molte le testimonianze che questa questa civiltà ha lasciato.

Da Casa Bastone proseguite sulla destra e troverete un sentiero ben segnato dal CAI per la vetta della Retaia.

Da qui si comincia a salire e al primo quadrivio che si incontra si va a sinistra sempre per la Retaia.

Il bosco finisce e dopo qualche centinaio di metri vi si aprirà un panorama sempre più ampio (guardate sulla destra e vedrete anche il Cupolone di Firenze!).

La natura qui cambia totalmente e all’improvviso vi troverete in un ambiente naturale che ricorda la Barbagia della Sardegna, tra rocce e cespugli pionieri. Da qui, sempre in salita, davanti a voi, vedrete la Croce della Retaia (768 metri).

Arrivati su questo terrazzo naturale potrete rilassarvi e godere di un panorama unico e ampissimo. Il luogo merita una lunga sosta per godere di tanta pace e dell’aria di montagna. La via del ritorno è la stessa dell’andata.

Non uscite dal sentiero.

Qualcosa da sapere

La Calvana è una catena montuosa lunga circa 20 km e lungo la sua dorsale ci sono numerose doline, risorgive, grotte e inghiottitoi.

Il nome Calvana deriva dal suo aspetto calvo, brullo, senza alberi sulla sua sommità. La storia della Calvana inizia 100 milioni di anni fa in fondo al mare.

Queste rocce sono residui di conchiglie e microrganismi marini. In Calvana vivono oltre 100 cavalli allo stato brado, mucche e capre al pascolo. Vivono qui alcuni lupi appenninici.

Storia: questa montagna evoca storie lontane e fu abitata fin dalla preistoria. Rimangono importanti testimonianze etrusche.

Importanti vicende sono accadute anche nel periodo della Resistenza e in tempi più moderni, luogo abitato e frequentato da banditi dell’anonima sequestri che qui trovarono l’ambiente ideale per nascondere i sequestrati in covi e nascondigli naturali inaccessibili.

Monte Retaia 768 metri: la terrazza panoramica più bella sulla città di Prato.

Personalmente, da guida, amante e frequentatrice di questo luogo, la descriverei così…

E’ una montagna diversa, selvaggia e misteriosa.

Si cammina su rocce bianche poggiando i piedi su una morbida prateria.

E’ la montagna delle grotte conosciute e delle grotte da scoprire.

E’ la montagna dei covi dei banditi e delle pacifiche capre al pascolo, dei bianchi cani da pastore e dei cavalli selvaggi.

E’ la montagna dei suoni dei campanelli delle pecore e del sibilo del vento che sfiora i crinali e le sue croci.

E’ la montagna che ti porta all’improvviso in Sardegna, che ti porta all’improvviso lontano dalla città pur avendola ai piedi. E’ la montagna faticosa e pericolosa e allo stesso tempo dolce, intensa e piena di poesia e leggende.

E’ la montagna dei misteri, della cronaca nera, dei banditi, dei partigiani, dei boschi impervi, dell’altopiano arido e dei profumi di fieno e erbe aromatiche.

Veduta dalla Calvana

Dati tecnici

  • Escursione A/R stessa via: 10 km circa su sentieri bel segnati CAI

  • Difficoltà: facile ma impegno medio. Richiesto un po’ di allenamento.

  • Portare acqua (tanta) e usare scarpe da trekking. Non uscite mai dai sentieri.

  • Attenzione al meteo e agli animali al pascolo. Possibile presenza di cani pastori.

  • Stagione consigliata: autunno e primavera

  • Camminate con la testa!

@RIPRODUZIONE RISERVATA

COLLABORATORE Guida Ambientale Escursionista del gruppo Le Vie del Chianti (www.leviedelchianti.it - leviedelchianti@gmail.com). Su SportChianti cura la rubrica "Camminare in Toscana". Scrive anche per WeChianti (www.wechianti.com)