BARBERINO TAVARNELLE – Riceviamo e con grande piacere pubblichiamo le riflessioni di Roberto Checchi dopo la visione dello spettacolo di Francesco Mattonai “Il richiamo della salita”, sulla storia di Marco Pantani, andato in scena nei giorni scorsi a Tavarnelle.

E’ la riflessione di un uomo innamorato del ciclismo. E delle sue store.

IL RICHIAMO DELLA SALITA

I racconti son fatti di PAROLE, spesso si accompagnano con la MUSICA e tra tante storie che ho raccontato, vi aspettereste altre parole, le mie, frasi costruite con una caratteristica ben precisa, determinanti al punto che possano spingervi in salita e magari regalarvi un’altra emozione, quella che nel tempo ho dimenticato da qualche parte. Niente di tutto questo.

IO SONO I CHILOMETRI, quelli che caratterizzano l’ascesa, quelli che bagnano la gola sempre alla ricerca d’acqua fresca nell’opprimente calura, quelli che fanno gioire e bestemmiare, quelli che esaltano o fanno precipitare maledettamente nel più profondo dei baratri.

IO SONO I CHILOMETRI, gli stessi che hanno anticipato quelli di Francesco sulle strade della Toscana e oltreconfine, le ultime centinaia di metri che han permesso a Leonardo di vincere blasonate medaglie sull’anello di parquet o di superare un plotone di avversari nella sua regale volata o quelli dell’altro Leonardo che una piccola parte della storia l’ha condivisa sulla sua pelle dentro una stessa divisa rigorosamente gialla come il sole.

Adesso mancano PAROLE nuove, che con le mie, seminate dappertutto, hanno in comune il tema della bicicletta e la fatica che lo caratterizza ogni volta, PAROLE DIVERSE, che affondano l’anima più di un montante, destro o sinistro, fate voi, non importa la direzione da dove parte, resta il fatto inopinabile che ogni volta che arriva a destinazione fa male, tanto male.

Ritrovarsi una sera d’estate fuori dal blocco imposto per la pandemia, proiettati sul palcoscenico di un teatro all’ aperto, in un giardino di Tavarnelle davanti a uno schermo e alla carena, lo scheletro di una bici non proprio da corsa, amica insostituibile, utilissima a ricercare le PAROLE più belle, utili a costruire questo racconto.

Per una volta divento SPETTATORE, IO che col microfono ho da tempo stretto un patto di non belligeranza e affido l’arduo compito della ricerca delle PAROLE, a quello che ho individuato nel gruppo, possa essere il miglior narratore.

Francesco Mattonai è il nostro COMPAGNO DI VIAGGIO ideale, l’amico di STRADA che ci affianca in questo tratto breve ma importante e ci regala un acquerello umano di una delicatezza unica.

Parlare di Marco Pantani non è così facile o meglio è semplicissimo raccontarne le gesta sportive e i grandi successi, ma far capire in un oretta ad una platea, per certi versi critica e senza dubbio attenta, chi è l’UOMO MARCO PANTANI, non è poi così scontato.

“La corsa nel tempo in salita forse è la mia preferita” regalo musicale dei LITFIBA per celebrare la doppietta GIRO – TOUR del 1998 è il manifesto perfetto, la colonna sonora azzeccata che sintetizza l’abilità e la predilezione del Campione alla quale fa eco il maestro Franco Battiato “Le nuvole non possono annientare il sole”.

No, non si oscura il sole, figuriamoci se possibile annientarlo.

Eppure ci han provato in tanti a gettar merda sull’uomo, ad alterare valori, a simulare la FOLLIA, a nascondere la meraviglia capace a realizzare un sogno rincorso una vita, sotto uno spesso strato di polvere convinti che MAI nessuno, nemmeno il più curioso degli archeologi, avrebbe MAI rimosso e invece NO, ovunque ti volti, ovunque pedali, ovunque ti disseti, ovunque scolletti e osservi la vastità degli spazi nei silenzi, lontano dal brusio e dai frastuoni, MARCO C’E’.

E te ne accorgi dalle scritte sull’asfalto che non vogliono saperne di sbiadire o da quel fiume di sudore che ti scorre a fianco senza mai devastare, tipico dell’ acqua torrenziale, magari t’ha pedalato accanto e nemmeno te ne sei accorto, t’ha sorriso e forse l’hai pure percepito, t’ha esortato a non MOLLARE MAI e t’ha anche convinto nel momento che ti sei alzato sui pedali e hai continuato il VIAGGIO nella gloria vera o quella vana.

E’ vero il ciclismo è uno straordinario percorso alla ricerca dei nostri limiti, supportato da una grande passione. La salita emette sentenze e ha davvero un suo RICHIAMO, lo stesso che ritrovi in ogni pagina, nel romanzo di London.

Il corridore è fondamentalmente un LUPO, vive in branco e ne diventa il CAPO e da a tutti un insegnamento importante, la FEDELTA’, difficilmente tradisce e ti è amico una VITA INTERA come il CORAGGIO, il più forte dei “pedalatori”. 

Roberto Checchi

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