Campionato finito. Siamo salvi e quello che doveva fare Iachini l’ha fatto.

Chiudendola per altro in grande stile, con la partita decisiva dominata dal primo all’ultimo minuto, senza discussioni.

Beppe è oramai un maestro nelle salvezze e questa non è certo stata una delle sue imprese più memorabili.

Qualche volta l’ho criticato aspramente per il (non) gioco espresso ma non ho mai avuto dubbi sul fatto che per questa seconda parte di stagione focalizzata solo al mantenimento della categoria lui fosse l’opzione migliore.

Montella già lo scorso anno infatti aveva dimostrato in situazioni molto simili di avere molto meno polso e controllo della situazione.

Bene così dunque, adesso senza rancore salutiamo il nostro condottiero che ci ha dato solide basi sulle quali costruire qualcosa. Una di queste è che la Fiorentina non possa assolutamente puntare fin da subito sui suoi giovani, croce più che delizia della stagione.

Proprio in questa ottica leggo la volontà di dare a Ribéry e non a Chiesa la fascia di capitano al momento della sostituzione di Pezzella. Un campione, ultimo arrivato, al quale viene riconosciuta una forza tale dal permettergli di fare un discorso a tutta la rosa proprio poche ore prima della partita decisiva, come riportato da diversi organi di stampa.

Federico ha finalmente risposto all’appello del campione francese, giocando una partita di sacrificio, di corsa e allo stesso tempo anche molto concreta. Una cosa alla quale ci siamo abituati appena lo abbiamo conosciuto ma della quale non si vedeva più traccia da mesi.

Federico è così, risponde sul campo con gesti talvolta sciocchi e con prestazioni talvolta accecanti; frutto di una personalità ancora molto complicata. Questo molto probabilmente sarà stato il suo canto del cigno con la nostra maglia addosso e non sono troppo dispiaciuto, anzi.

Ha quantomeno avuto l’intelligenza di giocare la partita più importante con grande grinta e impegno e poco importa se per molte volte non è andata così. Agli atti rimarrà una prestazione importante nel momento del bisogno.

Non ci sono più scuse quindi. Dopo l’annullamento quasi totale della sanzione al Manchester City (era stato escluso dalle coppe europee per 2 stagioni) per aver più volte violato le regole del Financial Fair Play (FFP) e dopo i tanti proclami del nostro presidente non si può non pensare a ben altro per la nostra Fiorentina.

Se come è sempre stato detto che i soldi non sono un problema, adesso ne vanno investiti tanti e nel miglior modo possibile.

Amrabat dev’essere solo il primo di 6-7 grandissimi acquisti che dovranno assolutamente arrivare (contestualmente anche a qualche cessione naturalmente).

Ma per pianificare una spesa imponente e fatta bene serve sicuramente la scelta di un nuovo allenatore che dev’essere per forza di fama internazionale.

Un De Zerbi o uno Juric, sebbene allenatori bravissimi e affascinanti, non creerebbero l’appeal giusto che serve per iniziare a costruire una squadra che a breve dovrà lottare per la Champions.

Sto sognando troppo? No. Spero troppo poco.

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