Alessandro Lazzerini, presidente dell'ASD Valdipesa

SAN CASCIANO – Non si può mentire. Non si ouò dire le cose in maniera diversa. Sono stati (e sono in molti casi) mesi tristi per lo sport.

Per chi lo pratica. Per chi impegna ore e ore di tempo volontario per permettere soprattutto ai giovani di poterlo praticare.

Ne abbiamo parlato con Alessandro Lazzerini, presidente dell’ASD Valdipesa, polisportiva a San Casciano che ha al suo interno basket, volley, pattinaggio, arti marziali, ginnastica ritmica, lotta… .

Presidente, che mesi sono stati per l’ASD Valdipesa?

“Beh, la prima parola che mi viene in mente è tristi. Tristi perché per tutti i volontari delle associazioni aderenti alla nostra Polisportiva vedere in palestra i giovani del nostro territorio è motivo di felicità. Poi direi che sono stati mesi di apprensione, perché non sapevamo come e quando saremmo tornati a poterci occupare dei nostri atleti”.

Quali le prospettive, ad oggi, per le discipline delle vostre società?

“La nostra Polisportiva raggruppa attività molto diverse. Ovviamente ci sono alcune che sono molto lontano dal ritorno alla normalità, come gli sport di contatto, lotta e arti marziali. Gli sport di squadra, come pallavolo e basket stanno facendo attività fisica, ma senza utilizzare palloni, al fine di rispettare i disciplinari delle varie federazioni. Gli sport individuali invece, ovvero ginnastica ritmica e pattinaggio, hanno già ripreso allenamenti veri e propri, con le dovute precauzioni e limitazioni”.

E se guarda oltre l’attualità?

“La preoccupazione di tutti è per la nuova stagione: con le disposizioni attuali diminuiscono gli spazi palestra utilizzabili, aumentano i costi di gestione e restano ancora molte incognite sull’operatività. Inoltre abbiamo anche il dubbio che molte famiglie per vari motivi, non ultimi quelli economici, possano decidere di sospendere le attività dei propri figli. Ci stiamo adoperando per dare il massimo supporto possibile, ma speriamo in un intervento anche della parte politica nazionale in merito. Lo sport giovanile è prima di tutto un’attività sociale”.

Capitolo impianti: avete lavorato su manutenzione e mantenimento?

“Avevamo iniziato un processo di riqualificazione già prima della pandemia: nell’impianto del Bardella, via Ungaretti, abbiamo sostituito il parapetto in cemento con uno in cristallo. Ciò ha garantito maggiore fruibilità per gli spettatori, oltre ad un rinnovamento estetico. Abbiamo poi iniziato al riqualificazione dei sistemi di illuminazione delle tre palestre che gestiamo: il primo impianto che abbiamo rinnovato è stato Montopolo. Il passaggio ad apparecchi a Led, oltre a ridurre fortemente i consumi, consente una regolazione più precisa della luce artificiale in aggiunta alla luce naturale, ed eliminerà per molto tempo gli interventi di manutenzione. Gli stessi interventi erano programmati sulle altre palestre, ma poi l’emergenza Covid ci ha prima costretto, e poi consigliato di sospendere l’operazione. Perché ovviamente questi investimenti, se pur supportati anche da contributi dell’amministrazione comunale, impattano sui nostri bilanci, ed in questo momento preferiamo essere cautelativi”.

Cosa si augura da qui alle prossime settimane?

“Per prima cosa di poter riaprire le palestre a tutti gli effetti. Capisco che per la nostra azione le priorità di normalizzazione sono altre, come il mondo del lavoro e della sanità. Sono un imprenditore, un cittadino, un figlio di una persona anziana. Ma so anche che poter ridare un luogo dove sfogare, almeno in parte, le tante energie che i nostri giovani hanno fa parte di un processo di normalizzazione “percepita” che è necessario. Spero poi che le condizioni economiche, nostre, delle famiglie, e delle società che ci hanno fin qui supportato con piccoli o grandi contributi, ci consentano di poter continuare a far fare sport a chiunque ne abbia voglia, e non solo a chi può permetterselo”.

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