CERBAIA (SAN CASCIANO) – La festa è mancata. E’ superfluo dirlo. Per un Cerbaia che a distanza di due anni da quella che celebrò il passaggio in Prima categoria (primavera 2018) si è trovato a festeggiare una nuova promozione… “da remoto” come si dice in questi tempi.
Ma è dalle parole del presidente, Luca Presciutti, che traspare tutto l’orgoglio di una squadra, di una società, di un gruppo, che hanno disputato un’annata quasi perfetta.
E il quasi non è certo relativo al risultato finale, visto che il ritorno in Prima categoria c’è stato. Ma solo e soltanto alla impossibilità di poterlo celebrare con i dovuti festeggiamenti.
Quella che SportChianti fa con il presidente Presciutti è una riflessione a tutto tondo. Su quello che è stato, quello che è, quel che sarà.
E in un panorama generale in cui ci sono ancora molte incertezze, a Cerbaia una certezza, forte, c’è: quella di avere a che fare con persone serie, attaccate all’ambiente, che sentono quella maglia che indossano.
Presidente, seconda promozione in due anni. In un’annata un po’ così…
“Una promozione non così scontata, in un anno molto particolare come sappiamo tutti. Un’annata però nella quale cui i numeri ci avevano dato per primi consolidati, 24 partite, 6 pareggi e una sconfitta e il resto vittorie. Credo sia un tabellino importante: eravamo arrivati a 6 punti di vantaggio, a 6 giornate dalla fine, con lo scontro diretto in casa… penso che sia stata una promozione meritata. Questo è un campionato vinto sul campo a tutti gli effetti. Molto del merito va al mister Mauro Tramacere Falco, al ds Maestrelli, al dg Delle Donne. E soprattutto a un gruppo fantastico, unito, che è quello dei nostri ragazzi. Per la maggioranza tutti della nostra zona”.

Pensate di celebrare in qualche modo il passaggio in Prima categoria?
“Certo, ci sarebbe piaciuto essere insieme al triplice fischio della partita che ci dava la certezza matematica. Fare festa insieme, magari un bel rinfresco. Purtroppo non lo possiamo fare. Lo festeggeremo senz’altro, e abbiamo deciso di farlo a casa mia dove ho un grande giardino, tavoli distanziati e bisteccata per celebrare quest’annata. Dispiace che non potremo avere tifosi insieme, magari chissà a settembre-ottobre…”.
Cosa si sente di dire alla fine di questa stagione? Che stagione è stata?
“E’ stata una stagione ricca di momenti importanti. Chiusa alla vigilia di un derby non giocato, al quale arrivavamo da primi in classifica. Sarebbe stata una bellissima partita, contro una Sancascianese in netta ripresa. L’andata l’abbiamo vinta con una partita straordinaria in casa, la ricorderò sempre, giocata benissimo. I tifosi sempre abbastanza presenti, trame di gioco sempre propositive. Ma è il gruppo che ha fatto la differenza”.

C’è qualche momento in particolare che considera decisivo?
“Nella prima parte la vittoria nel derby contro la Sancascianese, non tanto per i tre punti me per il modo con cui quella vittoria è arrivata. Ci ha dato tanta consapevolezza. L’altro momento importantissimo è stata la vittoria fuori casa con il Berardenga, un 3-2 molto sofferto, eravamo rimasti in 9, che ci ha dato la spinta per capire che era l’annata giusta… . Certo, il campionato sarebbe stato da vivere fino in fondo, ma la squadra aveva preso grande consapevolezza”.
E adesso, come si riparte?
“Si riparte non facilmente. Con una grande incertezza. Non si sa bene quando e come si potrà ripartire. Quando ripartiremo, in quale girone saremo, quante squadre ci saranno nei gironi. Le società, tutte, sono in grave difficoltà: sponsor difficili da trovare con le aziende in difficoltà, feste saltate, campo da tennis che non ha reso. Intanto però i pagamenti, le bollette, non aspettano. Sono momenti difficili. Non mi vergogno ad ammettere che sarà un anno difficile, in cui tutti dovremo rimboccarci le maniche. Ma giocatori e allenatori, dalla scuola calcio alla prima squadra, hanno detto per primi che sarebbero rimasti a costo zero. Solo tre, per motivi contingenti, non potranno essere con noi: fra questi Niccolò Malpici, che purtroppo vive lontano. Ma lo vorrei ringraziare, così come Ricciardi che probabilmente smetterà. E Filippo Cappelli, che ha dato tanto a Cerbaia: anche lui va via per motivi che non sono economici, che mi ha spiegato e che ho compreso. Massima stima per tutti: quelli che rimangono e quelli che ci lasciano”.

Che stagione sarà secondo lei la prossima? Avete qualche certezza?
“La certezza è quella di ripartire con un gruppo unito, e non è una banalità. Guidato da un grande allenatore, sotto tutti gli aspetti. Lo ha formato lui, è lui ad averli resi così compatti. Si parte da una base solida. Mister e ds stanno costruendo qualcosa di importante, con l’entusiasmo di dimostrare che in Prima possiamo starci. L’altra certezza è l’aggregazione dei ragazzi degli Juniores, che è un altro tassello forte del nostro credo e del nostro progetto. Ragazzi del settore giovanile e della nostra zona: questa la politica del Cerbaia. E speriamo che possa portarci a rimanere in Prima categoria”.
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